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Crisi Aeroporto, Sinistra Italiana Fiumicino: “Chiediamo al Governo di intervenire seriamente e con coraggio”

Iannarella: “Un momento di grande incertezza per il futuro lavorativo di migliaia di lavoratori”


“Crisi dovuta dal Covid e mancanza di una mansione alternativa, queste le motivazioni che hanno portato al licenziamento di una dipendente aeroportuale. Questa è solo una delle tante lettere di licenziamento che in questi giorni continuano a partire per numerosi dipendenti aeroportuali” lo dichiara Massimo Iannarella, Segretario di Sinistra Italiana Fiumicino.
 
La situazione lavorativa nel mondo aeroportuale è allarmante – sottolinea – La fine dell’emergenza covid e di conseguenza la fine degli ammortizzatori sociali, segnerà un momento di grande incertezza per il futuro lavorativo di migliaia di lavoratori”.

“Come Sinistra Italiana Fiumicino – prosegue l’esponente politico – continuiamo il nostro lavoro di ascolto e confronto con tutte le realtà lavorative che ci permette di avere un quadro completo sia della situazione attuale che di quella che potrà scoppiare. L’aeroporto non è solo Ita o Air France/KLM, ci sono anche tantissime, troppe, aziende che ad oggi vivono una crisi dalla quale sarà difficile uscire, a meno che il Governo non intervenga con misure di sostegno dirette al rilancio delle aziende che lavorano all’interno dell’indotto”.
 
“L’aeroporto di Fiumicino è la porta di ingresso per Roma ma anche per tutto il paese, non possiamo credere che non ci siano soluzioni a questa crisi – conclude Massimo Iannarella – crediamo invece che l’intenzione è quella di procedere ad un cambio del mondo del lavoro, a discapito di diritti, dignità e ogni forma di tutela. Noi non siamo d’accordo e continueremo a manifestare il nostro profondo dissenso nei confronti di questo immobilismo del Governo”.

“Le soluzioni per affrontare questa crisi e rilanciare davvero tutto il mondo aeroportuale ci sono, bisogna solo avere il coraggio di adottarle – rilancia Massimo Cervellini,  Segretario Sinistra Italiana Lazio – Diciamo basta alla precarietà; è necessario adottare misure come salario minimo e forme contrattuali che si rifacciano ai principi fondamentali garantiti nei contratti collettivi, che molte volte sono invece disattesi e superati. Tutto il mondo del lavoro sta cambiando ma davanti a questo troverà sempre un muro e un ostacolo, non possiamo far passare il messaggio che l’unica soluzione per uscire dalla crisi siano i licenziamenti; chiediamo a gran voce al Governo di intervenire seriamente e con coraggio. La vita di molti lavoratori non può attendere” conclude Massimo Cervellini.
 
 
 

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