
Rivogliamo la nostra spiaggia
Un’altra estate sta passando senza che l’amministrazione comunale si sia minimamente degnata di spiegare ai cittadini di Fiumicino perché una parte consistente delle loro spiagge sia, dopo ben 5 anni, ancora inaccessibile. Di spiegare perché il nostro meraviglioso tramonto sia irrimediabilmente rovinato dai resti di un’opera inutile quale il porto turistico.
I politici, sia vecchi che nuovi, eletti per tutelare l’interesse della nostra comunità, dovrebbero spiegarci perché hanno deciso di tutelare gli interessi di delinquenti arrestati, tra le varie nefandezze, anche per i fatti legati al porto di Fiumicino, chiamati a costruire un’opera faraonica devastante, anziché chiedere prima a noi, cittadini di Fiumicino, cosa ne pensavamo.
Dovrebbero spiegare ai piccoli pescatori perché guardiani armati, telecamere e recinzioni gli impediscono di vivere questi luoghi come sempre hanno fatto in passato.
Dovrebbero spiegare ai tantissimi ragazzi e ragazze che frequentano la zona del Faro ed i Bilancioni, quali luoghi storici di aggregazione sociale, in una città carente di strutture aggregative pubbliche, perché non possono più divertirsi come facevano nel passato i loro padri e i loro nonni.
Purtroppo dalle recenti investigazioni coordinate dalla Procura di Civitavecchia, con le conseguenti notifiche di 15 avvisi di conclusione delle indagini, emerge come questa classe politica non può fornire queste risposte, in quanto essa stessa coinvolta.
Noi crediamo invece che le scelte riguardanti opere aventi impatti sostanziali sul territorio, dovrebbero essere prese interpellando innanzitutto le popolazioni che vivono quei luoghi e che, oltretutto, ne subiranno le conseguenze. Vorremmo che tali conseguenze fossero positive, tese al miglioramento delle condizioni di vita aumentandone la qualità.
Ricordiamo perciò ai politici che, in quanto tali, devono rappresentare il volere popolare e tutelare il territorio dalle mire degli sciacalli sempre pronti a speculare su di esso. Perciò chiediamo a voce sempre maggiore la revoca della concessione demaniale (di 90 anni!!) all’attuale società concessionaria, visto che oramai sono state smascherate le manovre truffaldine che sono state attuate per ottenerla.
Chiediamo che siano abbattute le recinzioni del cantiere del porto così da poter restituire la ricchezza di questi luoghi a coloro cui realmente appartiene: il popolo di Fiumicino.
Chiediamo uno sviluppo sostenibile dell’area, che venga realizzato attraverso la condivisione di idee e progetti per un futuro rigoglioso, e che necessita in primo luogo di una importante opera di bonifica e recupero dell’area del Faro. Ci auspichiamo che tale sviluppo rappresenti un incentivo per il turismo, l’incremento dell’economia locale, l’occupazione della cittadinanza e che quindi possa rappresentare una reale alternativa alle mega opere calate dall’alto da pochi sulle teste dei molti.
Chiediamo di valutare la possibilità di uno sviluppo sociale alternativo dell’area del Faro, delle spiagge, dei Bilancioni e della costa in generale, con la partecipazione attiva di tutta la popolazione e chiediamo di farlo con la stessa passione e cura di chi ama e vive veramente il nostro territorio e che, in nome di questo amore, è pronta a difenderla!
Lettera inviata da: Collettivo No Porto
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