
Nella parrocchia Sant’Antonio Abate un momento di memoria e fede con istituzioni e Arma dei Carabinieri.
di Dario Nottola
A Torrimpietra il vescovo diocesano Gianrico Ruzza ha benedetto un quadro dedicato a Salvo D’Acquisto nella parrocchia Sant’Antonio Abate, guidata da don Ivan Leto. Tra i fedeli presenti nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Bibiana, anche Roberto Severini, presidente del Consiglio del Comune di Fiumicino, e, in rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri, il comandante della stazione locale Andrea Adriano assieme ad altri militari.
“È stato un momento di profondo significato per la nostra comunità. La figura di Salvo D’Acquisto rappresenta un esempio altissimo di coraggio, altruismo e senso del dovere. Avere la sua effigie nella nostra parrocchia di Torrimpietra è un atto di memoria e un invito a custodire e tramandare i valori di sacrificio e amore per il prossimo”, ha detto Severini.
Una corona, portata all’ingresso da membri delle associazioni dei carabinieri, ha omaggiato l’immagine del giovane venerabile ucciso dal nazifascismo il 23 settembre 1943 nei pressi della vicina torre di Palidoro.
Nella Parola del giorno letta durante la celebrazione si è ritrovata la motivazione della testimonianza di questo carabiniere. Dal Libro della Sapienza e dal Vangelo, il vescovo ha tratto l’indicazione per i cristiani di andare oltre ogni ideologia e possesso che precluda l’adesione alla volontà di Dio.
La morte di Salvo D’Acquisto, “consapevole nel suo cuore che sarebbe stato ucciso lasciando la libertà ad altre persone», ci parla di una fede autentica e libera, radicata nel servizio agli altri e allo Stato. Così come accadde in quegli anni, ancora oggi sono i bambini e i più fragili a subire le più gravi conseguenze della guerra, sparpagliata nei circa 60 conflitti in corso nel mondo, una violenza che realizza «il profitto per pochi”, ha sottolineato il pastore.
Pur “nelle strade tortuose della storia, Gesù ci aiuta a compiere il nostro dovere fino in fondo, così come mostrato da Salvo con il dono della sua vita”: il suo sacrificio ha aperto la possibilità ad altri di continuare a vivere in questa terra della Campagna romana. Tra i loro discendenti c’è Michele Vuerich che, a fine celebrazione, ha portato una memoria di cui è venuto da poco a conoscenza: l’immagine del nonno rastrellato per la rappresaglia tedesca negli occhi del padre bambino. Ha detto che, se Salvo D’Acquisto non si fosse sacrificato, probabilmente lui e la sua famiglia non ci sarebbero stati. Con la concretezza della storia, questo racconto esemplifica l’invocazione alla Virgo Fidelis letta in conclusione da un carabiniere: nella preghiera gli uomini e le donne dell’Arma chiedono “l’entusiasmo di testimoniare, con la fedeltà fino alla morte, l’amore a Dio e ai fratelli italiani”






