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Scuola, riflessioni sull’esame di Stato

Tasciotti: “Invito le commissioni parlamentari a modificare l’ordinanza e dare la dovuta tranquillità agli studenti”


“La didattica a distanza, che è stata svolta con zelo dai docenti, non è certo l’optimum nella relazione insegnamento-apprendimento, carente dei fattori K, interazione, empatia, dettata dai neuroni specchio e l’emozione, componenti decisivi per consolidare i processi di apprendimento. La DAD è in antitesi con la natura umana” lo dichiara Roberto Tasciotti Direttore del centro studi per Fiumicino.
 
“Sono stati anni duri per tutti – sottolinea – studenti, personale della scuola, famiglie. Lo strappo verso la normalità non è riuscito, anche se la volontà ministeriale è quella di dire: adesso riprendiamo la via abbandonata. Ma non è così. Le manifestazioni studentesche non devono essere percepite come la richiesta dell’esame facile, ma una giusta rivendicazione per una valutazione che passa attraverso gli ultimi anni di precarietà”.
 
“Reputo che proporre la prova scritta d’italiano, per avviare una lenta gradualità al percorso verso la normalità, sia un compromesso tra passato e presente – ribadisce Tasciotti – ma non trovo valido sottoporre gli studenti alla seconda prova scritta ed al colloquio come impostato dal decreto ministeriale, che, tra l’altro, dovrà passare per il Parlamento. Penso che la prova orale debba essere effettuata come lo scorso anno. Il mio ragionamento vuole mantenere la dignità degli esame di maturità ma calibrato sulla storia di questi ultimi anni“.
 
“Siamo stati bombardati quotidianamente dalle tristi notizie causate dal virus – aggiunge – sono stati evidenziati i gravi turbamenti psicologici dei nostri ragazzi, causati dalla trasformazione della vita quotidiana. Invito le commissioni parlamentari a modificare l’ordinanza e dare la dovuta tranquillità agli studenti, che hanno già pagato psicologicamente lo stato delle cose. L’anno che verrà mi auguro che possa tornare a vedere le procedure di esame come un tempo”.
 
L’alternanza scuola–lavoro è tutta da ripensare – sostiene il Direttore del centro studi per Fiumicino – L’alternanza scuola-lavoro ora ha preso il nome di competenze trasversali e per l’orientamento, con l’acronimo PCTO”.
 
“Ho avuto il privilegio di dirigere l’alternanza da Preside dell’Istituto Paolo Baffi. La mia preoccupazione – spiega – era legata al fatto che i miei studenti acquisissero competenze spendibili nel mondo del lavoro conoscenza dell’organizzazione, delle procedure amministrative ed altro che arricchisse il loro essere studenti, lottando contro ogni forma di sfruttamento, ossia andare a fare alternanza e lavorare per l’impresa. Costituì un comitato scientifico paritetico 30 imprenditori, 30 docenti, rappresentanti sindacali ed i rappresentanti degli studenti in quella sede si prendevano decisioni congiunte. In 4 anni siamo riusciti a  trovare lavoro a circa 100 studenti“.
 
“Spesso accade – prosegue – che in alcuni casi i ragazzi vengono utilizzati per diversi lavori, ovviamente in nero, senza acquisire le metodologia dell’organizzazione del lavoro. Sono convinto che l’alternanza debba, essere rivisitata, offrire ai ragazzi delle importanti occasioni per coniugare studio scolastico e competenze lavorative”.
 
“Secondo me – conclude Roberto Tasciotti Direttore del centro studi per Fiumicino – dovrebbe essere impostata nel seguente modo: alcune settimane nel mondo del lavoro con periodici ritorni in aula per valutare e verificare gli apprendimenti acquisiti in aziende o altro posto. La giusta protesta degli studenti contro l’alternanza è dovuta al fatto che, a volte, è una semplice forma di sfruttamento. Deve aprirsi un dibattito in Italia sull’alternanza, coinvolgendo i diretti interessati, studenti e docenti, per trovare una metodologia ed un’organizzazione tale da arricchire le conoscenze e poi le competenze degli studenti”.
 
 
 
 

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