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Porto turistico, mercoledì 14 luglio l’asta fallimentare per la concessione delle aree

Si mobilitano con preoccupazione comitati ed associazioni sotto lo slogan: “No alla svendita”


di Dario Nottola
 
Alla vigilia di una nuova convocazione asta fallimentare (le precedenti non hanno avuto esito) per la concessione delle aree dell’ex Porto turistico della Concordia, nella zona a ridosso del vecchio faro, a Fiumicino si mobilitano, con preoccupazione, diversi comitati ed associazioni, sotto lo slogan: “No alla svendita“.
 
Il Comitato “Tavoli del porto”, si dice pronto a chiedere audizione alla VI commissione dei Lavori Pubblici della regione per “fare luce sulle criticità che questo tipo di portualità implicherebbe per un territorio come quello di Fiumicino per la salute pubblica, la sicurezza alla navigazione, l’ambiente e la viabilità. La lettera con la richiesta di audizione è pronta ed è stata sottoscritta anche da importanti associazioni che da sempre si battono per la tutela dell’ambiente e del paesaggio i quali: WWF sezione Litorale Romano, Italia Nostra sezione Litorale Romano, Lipu sezione Ostia-Litorale Romano e Legambiente Lazio”.
 
“Domani avrà luogo l’ennesimo tentativo di s-vendita della concessione demaniale novantennale dell’area che potrebbe veder sorgere il porto turistico-crocieristico dopo il fallimento di quello della Concordia – affermano in una nota – Collettivo NO Porto, APS LaboraStoria, APS TeRRRe, Cooperativa Sociale Namasterra – Troviamo sia grave anche il fatto che se ne parli così poco. Il porto viene proposto come grande opportunità di lavoro e crescita per il territorio, ma sappiamo che questa è una grande mistificazione della realtà. Per questo, continuiamo a organizzare azioni dimostrative volte a sensibilizzare la collettività e abbiamo aderito alla petizione popolare indetta dai tavoli del Porto per la richiesta di decadenza della concessione e abbandono del progetto per il porto al vecchio faro, raccogliendo già più di 2000 firme. Vogliamo che la concessione venga ritirata e che emergano, dal lavoro concertato di tutte le istituzioni che tengono a questa comunità, o al fatto che anch’essa vota, alternative progettuali di riqualificazione che si fondino sulla naturale – e splendida – vocazione del luogo”.
 
 
 

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