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Lutto nel modo del cinema: morto il regista Carlo Vanzina

Una figura autorevole e garbata che ha avuto un legame significativo con il nostro territorio, in particolare Fregene


di Dario Nottola

Il cinema italiano piange Carlo Vanzina, il grande regista, sceneggiatore e produttore, della moderna commedia all’italiana, scomparso a 67 anni per una malattia.
 
Una figura autorevole e garbata che, cinematograficamente, ha avuto un legame significativo con il nostro territorio, in particolare Fregene.
 
Con il papà, il grande regista Steno (regista di tanti film di Totò ed Alberto Sordi, oltre che di culto come Febbre da Cavallo, dove Carlo fece da aiuto regista) Carlo con il fratello, lo sceneggiatore Enrico, frequentavano da piccoli l’estate a Fregene. Steno aveva una casa non lontano dal mare. Un legame rimasto nel tempo, in particolare per Enrico che, alcuni anni fa, è stato Presidente della Pro Loco di Fregene. E poi la frequentazione da “Mastino”, il ristorante al Villaggio dei pescatori.
 
“Carlo Vanzina è stato un narratore attento dell’Italia e del nostro territorio, in particolare Fregene, tra gli anni ’80 e ’90 – è stato il tweet di cordoglio del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino – ho appreso con rammarico della scomparsa del regista Carlo Vanzina. Desidero esprimere il mio affetto e le mie condoglianze agli amici e familiari, in particolare al fratello Enrico, che insieme a lui ha saputo valorizzare e raccontare il nostro territorio, soprattutto la località di Fregene”.
 
Ma a Fregene Carlo ha girato diverse scene del suo film di culto “Sapore di mare”, ricreando ambientazioni di Forte dei Marmi, in particolare allo stabilimento Sogno del mare, in un bar di via Castellammare, ed alcuni interni in villa, in via Portovenere. Ed anche scene di “Sapore di te”.
 
Ma, in genere, il litorale romano, tra Ostia e Fiumicino, è stato una location privilegiata per diversi film di Vanzina: dall’aeroporto di Fiumicino per la scena della partenza in “Vacanze in America”, ad Ostia – come riporta il libro “Ostia Set naturale”, per I mitici – colpo gobbo a Milano, Spqr, Le barzellette, Un’estate al mare.
 
L’ultimo premio Carlo Vanzina lo aveva vinto due giorni fa al festival del cinema di Ischia. 40 anni di cinema, oltre 70 film e serie, Vanzina ha raccontato i cambiamenti della nostra società, regalando allegria umorismo ed uno sguardo affettuoso per capire il nostro paese, si legge nella nota con la quale la famiglia ha annunciato la sua scomparsa. E’ stato il maestro della commedia. Con i suoi film più famosi ci ha portato in giro, in vacanza, in tutti i paesi. Un predestinato, Carlo vanzina: regista, sceneggiatore, produttore televisivo e cinematografico, fratello dello sceneggiatore Enrico, figlio d’arte, è cresciuto in un ambiente culturalmente e intellettualmente stimolante dove si respirava aria di cinema. La sua casa era frequentata da Tognazzi, Monicelli, Flaiano, Totò, Risi. Il suo esordio dietro la macchina da presa è arrivato nel 1976. Da quel momento in coppia con il fratello Enrico ha dato vita alla premiata ditta Vanzina che ha regalato risate e buonumore agli italiani.
 
A dare la notizia sono stati la moglie Lisa e il fratello Enrico. “Nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia – si legge nella nota della famiglia – ci ha lasciati il grande regista Carlo Vanzina amato da milioni di spettatori ai quali, con i suoi film, ha regalato allegria, umorismo e uno sguardo affettuoso per capire il nostro Paese”.
 
LA SUA STORIA Insieme al fratello Enrico, che si è dedicato più alla scrittura, nato a Roma il 13 marzo del 1951, Carlo è vissuto nel mondo del cinema fin dall’infanzia (già a un anno era il piccolo Filippo in ‘Totò e le donne’ diretto dal padre). Diplomatosi alla scuola francese Chateaubriand di Roma, Carlo inizia la carriera nel cinema nei primi anni ’70 come aiuto regista di Mario Monicelli nei film ‘Brancaleone alle crociate’ (1970) e poi ne ‘La mortadella’ (1971). Dopo aver collaborato con il padre (‘Anastasia mio fratello’, 1973) e con Alberto Sordi (‘Polvere di stelle’, 1973), nel 1976 dirige il suo primo film, ‘Luna di miele in tre’, scritto dal fratello Enrico e con protagonista Renato Pozzetto. Da allora ha realizzato, nel corso di circa quarant’anni di carriera una sessantina di film. Si va dalla scoperta di Diego Abatantuono nel 1982 (‘Eccezzziunale… veramente’ e ‘Viuuulentemente mia, entrambi del 1982’), a quel ‘Sapore di mare’ uscito in sala l’anno dopo che è sempre stato il suo film più amato. Un anno fortunato comunque il 1983 per i prolifici fratelli della commedia all’italiana, mai troppo amati dai critici con cui ebbero sempre a discutere tra mille polemiche. Esce infatti, sempre nel 1983, quel Vacanze di Natale considerato il padre di tutti i ‘cinepanettoni’. “È stato lui ad iniziare il genere, solo che allora si chiamava soltanto film di Natale” ricorda con orgoglio Carlo in una delle sue ultime interviste. Nel 1986 fonda poi, sempre con il fratello Enrico, la casa di produzione Video 80. Autori di commedie popolari, ma mai davvero volgari, Carlo ed Enrico hanno sempre avuto, specie nell’Italia post-sessantottina ancora ammantata da ideologie, un conto aperto con la critica. Proprio Carlo diceva: “In una cinematografia seria come quella americana, noi Vanzina saremmo venerati come Spielberg. Qui invece dobbiamo vergognarci”. E il regista ricordava, sempre in questo senso, il destino bizzarro di Totò. “Quando gli diedero uno dei pochi premi ricevuti in vita, alla cerimonia c’era solo mio padre che lo trovò nel camerino che piangeva”. Infine, sempre Carlo, era solito spiegare così perché avesse dedicato tutta la sua vita al cinema di disimpegno: “La commedia all’italiana esiste in ogni strada del nostro Paese. È una cosa del tutto naturale. Il fatto è che gli italiani riescono a trovare il lato comico anche nelle tragedie. In fondo, spesso ce lo dimentichiamo, siamo il paese di Totò”.
 
 
 
 
 

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