
“Un modello di esempio strategico per il nostro turismo, da mettere a disposizione, a sistema ed in rete per la comunità nazionale ed internazionale come patrimonio archeologico e storico da valorizzare.”
Alla presenza del vice presidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, e del sindaco Esterino Montino, con una cerimonia inaugurale sono ripresi ufficialmente questa sera a Fiumicino i lavori per completare la Liburna romana. Ispirato da un bassorilievo di una colonna romana, è il modello, a grandezza naturale, di una nave romana da guerra del I° sec. d.C., lunga 37 e larga 7 metri, con due ordini di voga, iniziato nel 2001 dalla famiglia di maestri d’ascia Carmosini e poi interrotti anni fa per mancanza di fondi quando era stato completato solo il 60 per cento dell’opera.
Presso il cantiere di via del Faro, presenti anche la consigliera regionale Pd, Michela Califano, la Capitaneria di Porto ed una folta rappresentanza di cittadini, Pro loco e associazioni locali.
Attraverso un progetto presentato dal Comitato Saifo, Assonautica e Fondazione Catalano la Regione Lazio ha riconosciuto delle risorse economiche per riavviare intanto la costruzione della Liburna, dopo che fondi privati hanno già permesso la ricostruzione intanto dei ponteggi di legno ormai deteriorati, prima del lancio della Campagna “Entra nella Storia“, con un crowfunding per completarla.
Questo intervento consentirà a Oscar Carmosini di intervenire sull’opera per almeno due mesi.
“Questo progetto riprende vita dopo anni di stop, forse anche perché ha avuto poca vicinanza delle istituzioni – ha detto Leodori – Invece è un modello di esempio strategico per il nostro turismo, da mettere a disposizione, a sistema ed in rete per la comunità nazionale ed internazionale come patrimonio archeologico e storico da valorizzare. È un segno di sostegno il nostro per completarla: salendo sopra la nave, ci lascia senza fiato per bellezza ed imponenza”. “Il mondo associativo si sta spendendo per questo progetto insieme al Maestro Carmosini – ha detto Montino – Tutti insieme, con la Regione, siamo finalmente riusciti a rimettere in moto quest’opera d’arte, prima che si ammalorasse. Siamo consapevoli che necessiti di investimenti rilevanti per completarla ma vogliamo diventi un gioiello di promozione turistica integrata per il comune, da posizionare all’ingresso della città, vicino al Museo delle Navi”.
“Non è un’iniziativa folkloristica ma sta suscitando interesse da Cnr, Parco archeologico, Università e che può diventare volano e museo a cielo aperto di studio, luogo di formazione con il lavoro dei maestri d’ascia e di turismo, con la vicinanza dei porti imperiali di Claudio e Traiano. Non ci sono navi da guerra romane conservate. La nostra speranza, anzi quasi certezza, è che prima dello scadere di questi due mesi, altri contributi arriveranno sia dalle Istituzioni che dai privati in modo che a fine giugno si possa continuare e dare sostanza al nostro obiettivo su cui stiamo lavorando. Non possiamo fermare ora questo percorso virtuoso – sottolinea il portavoce del Comitato Saifo, Raffaele Megna – Vogliamo vedere la nave posizionata, in una destinazione museale, che per noi è accanto al museo delle navi romane in aeroporto, entro il 2022. La Campagna in corso vuole sensibilizzare l’intera collettività verso un’opera che rievocando il passato in modo rigoroso guarda al turismo del futuro”.








