
Sono trascorse tre settimane dai primi colpi di benna e il fondale continua a provocare problemi ai pescherecci
di Umberto Serenelli
Non decolla il dragaggio del porto-canale di Fiumicino. Lo denuncia la pesca che riesce a vedere raramente all’opera la draga nella Fossa Traianea. Dai primi colpi di benna, che risalgono allo scorso 13 gennaio, sono trascorse tre settimane e la “Cav. Sergio M.” si è vista raramente scavare sul fondale.
“È l’ennesima presa in giro che l’Autorità portuale riserva agli increduli armatori della flotta peschereccia più numerosa degli approdi laziali – sottolinea Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana – Dal giorno in cui ci è stata data l’illusione dell’avvio dell’escavo, le operazioni di rimozione dei detriti sono avvenute a scartamento ridotto e solo durante la mattinata. Fatte salve le giornate di tempo cattivo, è stato possibile veder lavorare la draga un solo giorno all’interno del fiume e i restanti della settimana è stata impegnata nel cantiere della nuova darsena dei pescherecci. Di questo finirà prima la costruzione della darsena dei pescherecci che l’escavo”.
Il presidente Del Prete poi sottolinea la richiesta di collaborazione ai comandanti dei motopesca i quali hanno ormeggiato in altri tratti di banchina per lasciare liberi quelli in cui procedere al prelievo della sabbia sul fondale. “La nostra collaborazione è stata disattesa perché non si è visto nessuno, e questo conferma le prime sensazioni: l’organizzazione lascia molto a desiderare. Intanto, la flotta continua ad avere problemi con il basso fondale e con la sicurezza della navigazione. Ciò comporta difficoltà durante le operazioni di uscita in mare e rientrata nel porto con danni agli scafi e alle eliche. Comunque, il dragaggio prevede il ‘prelievo’ di oltre 16.000 metri cubi di detriti, ritenuti da qualche lupo di mare pochini per ristabilire le quote del fondale da 3,5 a un massimo 6 metri. Tale profondità consentirà la navigazione anche ai tre rimorchiatori ‘Ariete II’, ‘Pantera’ e ‘Millennium’, costretti a far ricorso alla potenza dei motori per superare il limitato fondale. La barra di sabbia alla foce ha raggiunto dimensioni allarmanti e questo preoccupa gli armatori. La bassa quota della diga allo sbocco è il motivo per cui i pescherecci sono costretti a limitare il rifornimento di carburante per non appesantire lo scafo.






