
Ci sono ciclisti, giovani, famiglie con bambini, ambientalisti, molti con le bandiere della Lipu ed arcobaleno della pace
di Dario Nottola
Sono oltre 300 i partecipanti alla “Marcia degli Aironi”, ancora in corso tra Ostia e Fiumicino, indetta dalla Lipu e dall’associazione Saifo.
Ci sono ciclisti, giovani, famiglie con bambini, ambientalisti, molti con le bandiere della Lipu ed arcobaleno della pace, o simboli e vessilli di varie associazioni, che, su un tragitto di circa sei chilometri, dal centro della Lipu di Ostia arriveranno in tarda mattinata, scortati dalla Polizia locale di Ostia e Fiumicino, costeggiando gli argini e la foce del Tevere, ad una grande area ad Isola Sacra, poco distante dal “Porto Romano”, su cui i promotori chiedono l’Istituzione di un “Monumento Naturale” da parte della Regione Lazio: un parco di foce ed una nuova area protetta dalla caccia e visitabile con dei sentieri natura.
Diventerebbe una zona omologa all’area gestita da vent’anni dalla Lipu nella zona dell’Idroscalo ad Ostia oramai diventata una zona di transito, nidificazione e osservazione conosciuta a livello internazionale. Molti indossano un fratino con le scritte “Marcia degli Aironi” e “Per la Natura e per la Pace”.
Gli organizzatori della marcia, Alessandro Polinori, vice Presidente Lipu Birdlife Italia, e Raffaele Megna, presidente dell’Associazione Saifo, esprimono soddisfazione, per i tanti volontari e per la massiccia adesione di più di 60 fra associazioni, cooperative e comitati di quartiere di Fiumicino, tra le quali l’associazione di mountain bike di Fiumicino che collabora con il delegato alla sicurezza Domenica Parente, X Municipio ed altri Municipi di Roma, che hanno risposto all’appello, oltre al patrocinio del Comune di Fiumicino e del X Municipio.
“C’è una gran voglia di partecipare ai destini e agli equilibri della terra e alle conseguenti politiche di pace – hanno dichiarato Polinori e Megna – Le tante sigle che hanno dato il patrocinio testimoniano la voglia di partecipazione in un momento così delicato per i fragili equilibri ecologici e per il clima di guerra che respiriamo”.









