
“In questo contesto drammatico si innesta anche il progetto del nuovo porto commerciale di Fiumicino: avrà un effetto di accentuazione del fenomeno erosivo su tutta la fascia costiera a nord”
“Negli ultimi anni la situazione è ulteriormente peggiorata nella zona di Fregene Sud, con arretramenti della linea di riva maggiori di 100 metri – è aggiunto – Tra il 2018 e il 2019 il peggioramento della erosione nel tratto prospiciente lo sbocco a mare del canale collettore delle acque alte, ha provocato l’ingressione dell’acqua marina nell’habitat retrostante, con gravissimi danni all’ecosistema: le cause di questo disastro sono legate alla presenza dei pennelli e delle scogliere costruite a sud, che hanno spostato verso nord il processo erosivo, accentuandolo a causa della accelerazione impressa alla corrente longitudinale.”
“In questo contesto drammatico si innesta anche il progetto del nuovo porto commerciale di Fiumicino: così come ora concepito, nella sua geometria e dimensioni, avrà un effetto di accentuazione del fenomeno erosivo su tutta la fascia costiera a nord, sempre legato alla accelerazione della corrente di fondo che scorre sotto costa verso nord. Un dato di fatto è evidente: Il sistema costiero non è in equilibrio da tempo, e sarebbe quindi fondamentale intervenire sulle cause scatenanti di questa erosione, la cui escalation è legata soprattutto alla presenza delle opere rigide realizzate ed alla conseguente alterazione della dinamica della corrente litoranea di fondo”.
“Barriere e pennelli sono poco utili e i ripascimenti totalmente effimeri, dobbiamo riflettere su questi dati – afferma il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi – e valutare seriamente nuovi interventi volti a semplificare e aiutare il sistema naturale costiero, attraverso un monitoraggio frequente della morfologia costiera allo scopo di analizzare in dettaglio il trasporto litoraneo delle sabbie. L’erosione c’è perché manca apporto detritico dei fiumi con il quale il mare crea nuove sabbie, perché le fasce dunali che difendono la costa e ridanno sabbia alle spiagge sono state distrutte dal cemento, perché le praterie di posidonia che sotto il mare fanno da barriera allo scivolamento sabbioso hanno subito gravissimi ridimensionamenti e perché ogni opera rigida nell’acqua porta squilibri e accelerazioni delle correnti in grado di far scomparire interi chilometri di spiaggia.”
“L’obiettivo deve essere: rinaturalizzare gli alvei fluviali a partire dal Tevere, eliminazione il cemento sulla costa ed evitarne di nuovo, difendere i SIC marini che custodiscono la Posidonia e gli ambienti dunali su tutto il litorale”.






