
Riappropriamoci della cultura e del folklore del territorio e lanciamolo nel mondo
di Roberto Tasciotti
Nel Candido, con acuta ironia, Voltaire ribalta le teorie ottimistiche di stampo metafisico sulla vita umana. In particolare è presa di mira la concezione del filosofo tedesco Gottfried Leibniz (1646-1716) e la sua “monadologia”, secondo cui la divina bontà sceglie sempre la migliore combinazione possibile tra le infinite combinazioni delle monadi, che sono le sostanze costitutive del mondo.
La massima ottimistica per cui “tutto è bene”.
Sotto le cure del precettore Pangloss, fedele discepolo di Leibniz (dal greco pan, “tutto” e glossa, “lingua”) che insegna ai due giovani la dottrina per cui tutte le cose del mondo reale vanno “nel migliore dei modi nel migliore dei mondi possibili. La ragione sulla metafisica la costruzione di una realtà metafisica, dove i buon imprenditori tendono la mano. Dobbiamo fare emergere le contraddizioni e le ingiustizie profonde di un mondo che appare perfetto; lo stesso concetto di sviluppo che non coincide con il progresso Pangloss ed il capitale.
Ora riporto uno stralcio di un inedito di Pier Paolo Pasolini del 1973, che non fu pubblicato dal Corriere della Sera.
Sembra davvero un utile “controcanto” con la lettera enciclica: Laudato sì, di Papa Francesco, appena edita dal Vaticano.
Sorprende l’attualità del tema “sviluppo e progresso”, anche alla luce delle parole dell’attuale Pontefice che attacca pesantemente sia il consumismo che le banche e la finanza, invocando uno sviluppo che non contrasti con il diritto all’ambiente.
Ma l’attualità dell’intervento di Pasolini va a coinvolgere nella sua forza visionaria, anche la contraddizione politica della Sinistra italiana e come questa fosse inevitabilmente lanciata verso una sua trasformazione antropologica quella sinistra degli anni settanta, con cui il grande intellettuale interloquiva, appare oggi una forza di conservazione e sostanzialmente residuale nella nostra società del terzo millennio.
Chi vuole lo “sviluppo”? Cioè chi lo vuole non in astratto e idealmente, ma in concreto e per ragioni di immediato interesse economico? E’ evidente: a volere lo “sviluppo” in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali. E, poiché lo “sviluppo”, in Italia, è questo sviluppo, sono per l’esattezza, nella fattispecie, gli industriali che producono beni superflui.
Chi vuole, invece, il “progresso”? Lo vogliono coloro che hanno interessi immediatamente da soddisfare, appunto attraverso il “progresso”: lo vogliono gli operai, i contadini, gli intellettuali di sinistra. Lo vuole chi lavora e dunque è sfruttato”.
Cosa accadrà a Fiumicino? I porti di Fiumicino; l’ampliamento dell’Aeroporto; Amazon.
Che fine farà Fiumicino? Questo è sviluppo: il porto: una cittadina nella Città come è accaduto per la città interna all’aeroporto.
Benefici in termini di sviluppo? Qualche posto di lavoro sottopagato. Capite chi à il Pangloss che lode questa industrializzazione sfrenata, lanciando la moneta del lavoro, in un momento in cui la disoccupazione è alle stelle. Arrivano le navi da crociera scendono 3-4 mila passeggeri e che fanno? Partono subito per Roma. Vedi Civitavecchia l’indotto turistico delle migliaia di passeggeri poco o niente.
Il porto della pesca? Ci ricordiamo l’aspetto poetico e caratteristico dei pescherecci che tornano il pomeriggio al porto canale, la gente sui moli. Basterebbe ripristinare il dragaggio costante della foce.
La spiaggia dell’Isola Sacra si trasforma. I cambiamenti delle correnti marine. Resterà la spiaggia a Fiumicino, a Focene, a Fregene ed a Maccarese? Ma che importa spenderemo milioni per portare gli scogli a protezione.
Inquinamento e caos veicolare. Svegliamoci cittadini, se non si pone un freno a questo sviluppo, spacciato per progresso, vivremo nel grigiore di un paesotto industrializzato, senza un volto ed un’anima, ma asservito ai potenti.
Fiumicino Città turistica e non polo industriale. Riappropriamoci della cultura e del folklore del territorio e lanciamolo nel mondo. Il piano di sviluppo di Fiumicino passa attraverso la bellezza dei suoi luoghi. Tanti posti di lavoro si creerebbero.
Ma ci vogliono persone preparate per disegnare una strategia condivisa con la gente. Questa è la ricchezza, preservando l’ambiente.
Invito a leggere o rileggere il Cantico delle creature di San Francesco per sviluppare un’autoconsapevolezza di ciò che sta accadendo. Dal Cantico delle creature, tue sò le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfane et nullu homo éne dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cun grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatone. Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l’ài formate clorite et preziose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et omne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sostentamento. Laudato sì’, mi’ Signore, per sor ’Acqua, la quale è multo utile et humile et preziosa et casta. Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu, per lo quale enallumini la nocte: et ello è bello, et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba. Laudato sì’, mi’ Signore per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribolazione. Beati quelli che ‘l sosteranno in pace, che da Te Altissimo, saranno incoronati.
Laudato sì’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che troverà ne le Tue santissime voluntati, ca la morte seconda no‘l farrà male. Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate.
E’ ORA DI CAMBIARE Nell’anniversario della morte del Sommo Poeta, ne acquisisco il pensiero che fece esprimere ad Ulisse, è estremamente pertinente a quello che ho scritto … Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.






