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Pineta monumentale Fregene, Di Genesio Pagliuca: “Il Comune ha scelto la chiusura invece delle soluzioni”

“È il momento di guardare avanti: servono nuove piantumazioni, diffuse, pianificate e protette”

 

“Quella che un tempo era la Pineta monumentale di Fregene, oggi rischia di diventare solo un ricordo sbiadito” lo dichiara il Capogruppo PD, Ezio Di Genesio Pagliuca.

 

“Nelle scorse settimane – prosegue – è stato comunicato quello che potrebbe essere il più grande abbattimento di pini mai avvenuto all’interno della Pineta. Un’operazione drastica, causata sì dalla diffusione della cocciniglia tartaruga, ma, lo diciamo con forza, soprattutto dal ritardo negli interventi di prevenzione e cura, che avevamo denunciato già tra ottobre e novembre“.

 

“La cocciniglia non si ferma ai confini di Fiumicino, è vero. Ma a Fiumicino gli interventi sono arrivati tardi – ribadisce – solo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, in un periodo non ottimale. Lo abbiamo detto, lo abbiamo scritto, e oggi ne vediamo le conseguenze, anche sul piano economico, poiché i ritardi hanno causato uno spreco di migliaia e migliaia di euro, che finiranno per ricadere sui cittadini”.

 

“A questo si aggiunge l’abbattimento di numerose alberature private: un’emergenza nell’emergenza. E non ci limitiamo a denunciare il problema. Vogliamo ricordare che – rimarca Di Genesio Pagliuca – negli anni passati, eravamo riusciti a far autorizzare, con grande impegno e secondo normativa, un protocollo innovativo di ‘vaccinazione’ dei pini, mai applicato prima. È stato portato avanti per due anni consecutivi. Poi, lo sappiamo, le cose sono cambiate, e oggi resta soprattutto il rimpianto”.

 

“Un rimpianto ancora più amaro – incalza – se pensiamo che alcuni pini recentemente ripiantati dall’amministrazione mostrano già i segni della stessa malattia e che da lunedì 5 maggio il parco ‘Federico Fellini’ sarà chiuso al pubblico per circa 50 giorni, come disposto dall’Ordinanza emanata dal Sindaco, a causa dell’abbattimento di centinaia di alberature”.

 

“Eppure i rischi li avevamo segnalati per tempo – puntualizza – Ma, come troppo spesso accade, si è deciso di non intervenire tempestivamente. Oggi, invece di affrontare realmente il problema, si sceglie la strada più semplice: chiudere. È una scelta che non risolve, ma sposta il problema nel tempo, aggravandone le conseguenze”.

 

È il momento di guardare avanti: servono nuove piantumazioni, diffuse, pianificate e protette. Non possiamo permetterci di perdere non solo un polmone verde, ma un bene ambientale e paesaggistico che caratterizza e valorizza profondamente il nostro territorio. Altrimenti tutto il resto è retorica. Possiamo anche realizzare progetti di riqualificazione e ampliare la Pineta, ma se gli alberi continueranno a scomparire, di Pineta rimarrà solo il nome” conclude Ezio Di Genesio Pagliuca

 

 

 

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