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Incendio aeroporto, Velli: “Situazione fuori controllo”

Deputati e senatori del MoVimento5Stelle procederanno con ulteriori azioni per la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini di Fiumicino


Nel pomeriggio del 16 giugno i rappresentanti dei sindacati CUB Trasporti e USB hanno organizzato una assemblea pubblica per discutere delle conseguenze sulla salute, dell’incendio che nella notte fra il 6 e 7 maggio ha distrutto una parte del terminal T3 dell’aeroporto di Fiumicino.
 
“A distanza di oltre 1 mese dal rogo, sono circa 400 i lavoratori che hanno avuto ripercussioni sulla salute – rende noto Fabiola Velli, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Fiumicino – febbre alta e vie respiratorie bruciate da elementi caustici nei primi giorni, e già nei giorni seguenti si sono manifestate anche complicanze polmonari e laringiti. Sembra inoltre che siano stati emessi certificati medici inesatti rispetto alle sintomatologie, mettendo indicazioni generiche, come ad esempio reflusso gastroesofageo anziché intossicazione”.
 
“Invitato all’assemblea anche il Sindaco Montino – sottolinea Velli – che però non ha ritenuto opportuno venire ad ascoltare la relazione della Prof.ssa Gatti, fisico e bioingegnere scopritore delle nanoparticelle, riconosciuta dalla comunità scientifica mondiale come una dei maggiori esperti in materia. La scienziata è stata anche a capo dell’equipe che ha studiato le conseguenze delle polveri sottili prodotte dall’attacco alle Torri Gemelle, sulla salute dei cittadini. Stando ai risultati degli studi effettuati, le ‘morti indotte’ che si sono verificate nei 10 anni successivi all’11 settembre, sono state molte migliaia, e sono imputabili agli effetti letali che proprio le nano particelle hanno sull’organismo umano. La Prof.ssa Gatti ha spiegato che le polveri sottili sono nano particelle prodotte dalla combustione di materiali vari, milioni di volte più piccole e leggere del polline e quindi facilmente trasportabili dal vento, che hanno certamente contaminato tutto l’aeroporto, l’abitato e le terre coltivate circostanti. Entrano facilmente nelle vie respiratorie e da li nei vasi sanguigni, e possono causare carcinomi di vario genere, sterilità e malformazioni nei nascituri”.
 
“I sistemi di pulizia dei primi giorni sono state semplici spolverate – ribadisce Vona – le superfici sono state pulite con normali attrezzature e probabilmente sono stati attivati dei ventilatori, che non hanno fatto altro che peggiorare le cose spargendo ovunque le polveri che non si possono distruggere ma solamente rimuovere, e che rimangono altamente tossiche per molti anni. Secondo quanto affermato dalla Prof.ssa Gatti, il problema peggiore però è che nell’incendio sono bruciati insieme tanti elementi diversi che hanno sviluppato reazioni chimiche generando elementi nuovi prodotti dalla combustione. Ad esempio i vecchi cavi elettrici tutti isolati da cloruro di polivinile e contenenti rame, una volta incendiati hanno prodotto Diossin, la stessa qualità dell’incidente di Seveso”.
 
“Nessuna analisi su questi elementi nuovi è stata fatta – lo denuncia la consigliera M5S – perché non sapendo cosa sia stato effettivamente generato non si sa cosa cercare con precisione. Inoltre i rilevamenti effettuati da ARPA partono solamente dal 12 maggio, perché nessun prelievo ufficiale è stato fatto nei primi 4 giorni immediatamente successivi all’incendio. Oltretutto le analisi si riferiscono solo alle particelle piu grandi, mentre quelle di dimensioni inferiori al PM10 non sono state nemmeno cercate, sebbene siano altrettanto se non addirittura più dannose”.
 
“Nei prossimi giorni i deputati e senatori del MoVimento5Stelle, che dopo il blitz all’aeroporto hanno già presentato 2 Interrogazioni che hanno dato il via alle indagini parlamentari sull’incendio, procederanno con ulteriori azioni per giungere ad una conclusione della vicenda che tuteli la salute dei lavoratori e dei cittadini di Fiumicino. Nel complesso si puo dire che i comunicati di questi giorni, che parlano di rientro alla normalità dei valori misurati, sono avulsi dalla situazione reale che è tutt’altro che sotto controllo. Probabilmente se si fosse affrontato da subito il problema in tutta la sua portata invece di cercare di nascondere e minimizzare l’accaduto, non si sarebbe perso tanto tempo prezioso sia per tutelare la salute dei lavoratori che per riorganizzare il traffico aereo nell’aerostazione, che invece ora rischia una crisi occupazionale ancora più grave” ha concluso Fabiola Velli.
 
 
 
 

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