C’è ancora tanto da migliorare
Fiumicino, un territorio di circa 67 mila abitanti, con tredici contrade, un’estensione comunale territoriale tra le più grandi d’Italia, proprietaria di un aeroporto, fiore all’occhiello dei trasporti aerei nazionali, dove però servizi e qualità necessiterebbero di alcuni accorgimenti ed in alcuni casi di radicali cambiamenti. Naturalmente stiamo parlando di Fiumicino e del suo enorme comprensorio. Ebbene, chi arriva nel grande comune laziale, sito nella provincia di Roma, lo scopre per la prima volta e lo vive e lo respira, trovando accoglienza, disponibilità e calore della gente che lo abita. Non mancano gradevoli locali di intrattenimento e ristoro. Dalla darsena al ponte 2 Giugno, da via Portuense, fino i nuovi centri commerciali, non manca proprio nulla.
C’è però una Fiumicino, o parte di essa, che scontenta il turista ed il suo target prefissato, che di certo non riveste lo splendore che altri raccontano. Esiste infatti un disagio sociale ed ambientale, che spesso e volentieri viene sottaciuto tra l’indifferenza di chi dovrebbe e potrebbe intervenire. Solo alcuni esempi. Punto primo; ci sono alcune abitazioni palesemente in degrado ridotte a volte a vere discariche. Punto secondo; la spiaggia nella sua lunghezza porta i segni evidentissimi di alcuni “efferati attacchi” d’inciviltà ed incuria di chi la popola: bottiglie, mozziconi di sigarette, carte, bicchieri e ben altro, disseminati sulla battigia. E poi le contrade: da Isola Sacra a Passo Oscuro, un unico comune denominatore. Un’area demaniale spesso in balia di se stessa, con erbacce e immondizia a farla da padrona, con divieti di balneazione in bella vista, e chi ad ogni buon conto, ne tiene considerazione pari a zero, proseguendo nella pesca. Tra gli ultimi argomenti trattati da cittadini e commercianti in zona darsena, la viabilità e percorribilità da viale Traiano fino tutto il lungomare lato sud. Piccoli accorgimenti e piccole misure precauzionali, per far si che Fiumicino compia quel salto di qualità sperato definitivo ma da troppo tempo atteso.
Lettera inviata da: Settimio Alò
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