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Ordinanza antidegrado: quando il privato deve sostituirsi al pubblico

Marocchini:”Un’iniziativa lodevole ma alcuni articoli vanno modificati”


L’8 agosto 2013 la giunta comunale di Esterino Montino ha approvato l’ordinanza 331/2013 sulla lotta al degrado e il miglioramento dell’ambiente urbano, un’iniziativa lodevole che probabilmente mancava da tempo a questo comune.

“Siamo favorevoli ad un’ordinanza che regoli la lotta al degrado e sanzioni cittadini e imprese che vìolino le più elementari regole di convivenza civile e rispetto dell’ambiente e della cosa pubblica. Quello che però non apprezziamo sono alcuni articoli dell’ordinanza che praticamente impongono a cittadini e privati di sostituirsi al pubblico nella pulizia di strade e marciapiedi” afferma Alessandro Marocchini (dx nella foto), referente di Fare per fermare declino a Fiumicino.
 
In effetti l’art. 2.1 dell’ordinanza ad esempio indica che “E’ fatto obbligo a chiunque abbia la disponibilità di locali di abitazioni o locali a qualsiasi uso adibiti, pospicienti sulla pubblica via o ai quali si accede dalla pubblica via, di provvedere alla costante pulizia del tratto di marciapiede, anche se sottostante portici, sul quale l’abitazione o il locale prospetta, nell’arco di una distanza del raggio di 5 metri da porte, finestre vetrine o ingressi dagli stessi”. Praticamente un negoziante dovrebbe costantemente pulire il marciapiede di fronte la sua vetrina pena una sanzione di 300 euro, anche, ad esempio, quando un passante incivile gettasse una cicca per terra mentre lui dialoga con un cliente.
 
“Si tratta di una norma davvero assurda – ribadisce Marocchini – prima di tutto il negoziante si trova lì per portare avanti la sua attività e non certo per ripulire costantemente i marciapiedi antistanti la sua vetrina. Solitamente i negozianti puliscono i marciapiedi la mattina, prima di aprire, proprio perchè ci tengono alla loro attività, ma questo di certo non si può imporre con un’ordinanza. E poi, non pagano già tasse come la Tarsu per questo tipo di servizio pubblico?”.
 
Ancora più assurdo l’articolo 2.4, sostiene Marocchini “Riguardo gli esercizi commerciali, qualora si determini una temporanea chiusura dell’esercizio, il proprietario del locale momentaneamente vuoto che si affaccia sulla pubblica via dovrà curarne la pulizia ed il decoro ai sensi dei commi precedenti. In questo contesto un negoziante dovrebbe addirittura assicurarsi che mentre è in ferie qualcuno si prenda cura di ripulire il marciapiede antistante pena una sanzione pecuniaria? Una imposizione che davvero è difficile da accettare e comprendere. Ma anche l’articolo 5 rasenta il limite del grottesco, ‘La lavatura e pulitura delle serrande e delle vetrine collocate all’esterno dei negozi e delle attività commerciali può essere eseguita esclusivamente dalle ore 6.00 alle 8.00 e dalle 22.00 alle 24.00’. Un negoziante quindi dopo cena dovrebbe tornare al negozio solo per lavare le vetrine secondo questa ordinanza. Si tratta evidentemente di indicazioni assurde e incomprensibili”.
 
“L’ordinanza anti degrado è senza dubbio un’iniziativa lodevole e in linea con una società civile cui tutti auspichiamo – sostiene il referente di Fare per fermare il declino – è altrettanto vero però che ci sono alcuni articoli che vanno assolutamente eliminati o al limite modificati perchè inutili e dannosi nei confronti dei cittadini e negozianti di questo comune. In un momento di estrema difficoltà economica ci manca solo che il privato debba sostituirsi alle istituzioni nel compiere azioni di igiene pubblica che comportano per lui costi economici e materiali, azioni che competono unicamente a servizi rifiuti e igiene pubblica come l’ATI. Un conto è il rispetto delle regole a cui tutti devono attenersi, cittadini e privati – precisa Marocchini – altro è imporre ai privati di sostituirsi al servizio pubblico pena sanzioni economiche. Un servizio che tra l’altro gli stessi cittadini e privati pagano attraverso le tasse al comune. E’ semplicemente inaccettabile”.
 
“Inoltre chiediamo al sindaco Montino chi si farà carico di controllare e sanzionare questi comportamenti scorretti e incivili, dato che il numero di personale della Polizia locale del Comune è senza alcun dubbio insufficiente a coprire l’intero territorio comunale?” domanda Marocchini.
 
“Dal comunicato stampa del 24 maggio 2013 pubblicato sul sito del comune (http://www.comune.fiumicino.rm.gov.it/17696) sembrerebbe che questo incarico sia stato affidato alle guardie nazionali ambientali, un’associazione non lucrativa e totalmente volontaria, quindi non in grado di assicurare quella presenza continua e costante indispensabile a ridurre e arginare il nocivo fenomeno del degrado urbano. Inoltre le guardie ambientali a Fiumicino sono soltanto 16, un numero scarso, che aggiunti agli agenti di Polizia locale a tempo inderminato (42 agenti) totalizzano un numero di 58 persone addette al controllo di un territorio vasto 213 kmq e con una popolazione di circa 72.000 persone, praticamente un agente ogni 1241 cittadini. Gli agenti di Polizia locale nel corso della loro attività devono ovviamente occuparsi di molte cose oltre a controllare i trasgressori dell’ordinanza anti degrado e i volontari delle guardie nazionali ambientali non potranno essere presenti costantemente data la loro natura volontaria. Per questo motivo noi di Fare per fermare il declino ci chiediamo come sarà possibile portare avanti questa lodevole iniziativa senza avere un numero sufficiente di personale addetto al controllo. Ovviamente restiamo a disposizione per trovare soluzioni alternative, auspicando un maggior coinvolgimento da parte della giunta comunale delle altre forze politiche, anche extra consiglio comunale, per dialogare e trovare soluzioni che possano aiutare il territorio a portare avanti questa iniziativa” conclude Alessandro Marocchini, referente di FARE per fermare il declino, Circolo “Thomas Jefferson” Fiumicino-Fregene.
 
 

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