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Focene, la mareggiata entra nei giardini delle case dietro il chiosco “Baraonda”

In difficoltà anche la spiaggia attrezzata “40° all’ombra” con la passerella a rischio crollo

 

di Umberto Serenelli

 

I residenti nelle abitazioni dietro al chiosco “Baraonda” di Focene sono sul piede di guerra. La mareggiata dei giorni scorsi ha infatti allagato i loro giardini e la cosa non era mai accaduto.

 

 

I marosi hanno trasformato in una palafitta il “Baraonda” la cui stabilità è sempre più precaria. Le onde hanno infatti aggirato la spiaggia attrezzata, fatti crollare definitivamente i new jersey a protezione e superato gli accessi che si affacciano sugli arenili di alcune case.

 

 

“Il risultato è che ci siamo trovati con l’acqua del mare nei nostri giardini e contro la recinzione – precisa il residente Valerio Taddei, particolarmente infuriato e soprattutto preoccupato – Non dormiamo più tranquilli perché ora rischiamo che le onde finiscono nelle abitazioni. Per l’ennesima volta chiediamo la realizzazione della seconda diga soffolta oppure aprire un varco in quella attuale che è stata chiusa e ciò favorisce l’avanzata dell’erosione”.

 

 

Preoccupano gli inutili blocchi di cemento con i sacchi di ghiaione posti all’ingresso dell’arenile e posati proprio per frenare la furia delle onde.

 

 

“Non sono serviti a nulla – dice Antonio Lovanio, che abita in uno degli immobili ‘visitati’ dall’acqua salata – perché il mare è passato sotto allagando comunque viale Focene. Siamo preoccupati perché riteniamo di essere stati abbandonati”.

 

Gli interventi rientrano nelle competenze della Regione e, dopo le reiterate segnalazioni fatte dall’amministrazione di Fiumicino, è stato messo in cantiere un intervento di somma urgenza affidato alla protezione civile regionale. L’obiettivo è mettere di nuovo in piedi i new jersey e creare una barriera per impedire al mare di raggiungere gli immobili.

 

Lungo la costa di Focene sono in sofferenza due tratti di litorale: quello davanti al “Baraonda” e l’altro al chiosco “40° all’Ombra” per un tratto totale di circa 500 metri.

 

“Purtroppo continuano a ignorare il nostro grido dall’allarme – afferma Antonio Quaranta, titolare chiosco ’40° all’Ombra’ – La terribile libecciata ha scavato ingoiando circa 1,5 metri di sabbia: la passerella che dalla veranda porta sull’arenile ora è sospesa. Per fortuna, nei giorni scorsi, ho posato circa 20 sacchi contenenti un metro cubo di sabbia e proprio questa iniziativa è riuscita a frenare le gigantesche onde. È di vitale importanza realizzare quanto prima la seconda diga soffolta”.

 

 

 

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