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Caso busta aperta

“Invece di correre dietro ai fantasmi, Montino faccia mea culpa”


Dall’Amministrazione comunale arriva la risposta a Esterino Montino, sull’ormai noto problema del caso busta aperta.
 
“Di accessi agli atti, denunce alla Procura della Repubblica, Corte dei Conti, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Polizia Fluviale e Forestale, in questi cinque anni il Pd e l’eminenza grigia che si cela dietro Montino, ormai sempre più adagiato su posizioni estremiste e forcaiole, ne hanno presentate a centinaia. Il risultato però è sempre stato lo stesso: nessuno gli ha mai dato retta.
Fortunatamente la magistratura di Civitavecchia, a differenza di qualche esponente democratico, non ha mai sofferto di manie di protagonismo stroncando sul nascere qualsiasi tentativo di regolare i conti della politica in altra maniera”.
 
“Fa però veramente impressione vedere che l’uomo delle bottiglie di vino comprate per gli orfani, l’uomo della casa al centro di Roma a pochi spiccioli al mese, lo stesso uomo che insieme a Fiorito condivise come capogruppo del partito maggioritario della Pisana la famosa delibera ‘mangia soldi’ della Regione Lazio, si sia improvvisamente trasformato nel cavaliere errante della legalità e della trasparenza. Invece di inseguire fantasmi qui a Fiumicino, Montino cominciasse a rimborsare i cittadini dei milioni di euro sprecati per ‘le spese del gruppo consiliare’ che lui rendicontava. Con quei soldi Fiumicino avrebbe potuto costruire nuove scuole e garantire più servizi alla città. Ma questo dimentica di ricordarlo”.
 
“A differenza sua questa Amministrazione non ha atteso l’intervento della Magistratura e si è immediatamente attivata. Gli uffici, tirati dentro da Montino e dal Pd in questa brutta speculazione politica, hanno immediatamente notificato tutto alle autorità giudiziarie. Come al solito il candidato a sindaco del Pd ci prova… ma non gli riesce. Sarà per questo che ancora una volta, nella corsa alla presidenza della Regione Lazio il suo nome non è saltato fuori?”.
 
“Una cosa è certa: quei documenti erano custoditi in luoghi dove la politica non poteva proprio entrare. Alla luce dei fatti, Montino dovrebbe rivedere i suoi suggeritori, altrimenti rischia continue gaffe. Di consiglieri che alzano polveroni e invocano ‘tintinii di manette’ per poi ritrovarsi ogni volta con un pugno di mosche in mano, il Pd ne ha già molti. Non serviva certo il Babbo Natale dei ‘noantri venuto a svernare qui da noi”.
 
 
 
 
 

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