"C'è una Legge italiana che a Fiumicino viene totalmente ignorata. E' un fatto grave, perché parliamo di lavoro e di disabilità, due temi fondamentali per definire 'civile' una comunità" è netto nella sua affermazione Mauro Stasio, presidente dell'associazione "Insieme con i disabili".
"Voglio sperare - prosegue - che questo vuoto occupazionale sia il risultato di una mancata conoscenza delle norme, anche se mi lascia perplesso la mancanza di controllo e di verifica su questo. Comunque sia, è importante che tramite la stampa tutti siano informati dell'opportunità, anzi dell'obbligo, in modo da riuscire finalmente a dare reali chance di inserimento lavorativo a tutte le persone con disabilità".
Il presidente dell'associazione "Insieme con i disabili" fa riferimento originario alla Legge 68/99 (mutuata rispetto ai decreti attuativi previsti dalla Riforma del Lavoro, il cosiddetto Jobs act), che stabilisce per tutti i datori di lavoro, privati e pubblici, che sono tenuti ad avere alle proprie dipendenze lavoratori disabili con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% in misura diversificata a seconda del personale occupato in azienda.
"Questo è un passaggio importante - puntualizza Mauro Stasio – perché a Fiumicino sono molte le aziende che superano la mera condizione di azienda familiare (ossia fino a 14 dipendenti), e dunque potrebbero (anzi, dovrebbero) adeguarsi".
"Fino a 14 dipendenti, infatti - spiega - lo Stato non prevede alcun obbligo. Ma dopo scattano le norme: da 15 a 35 dipendenti, inserimento obbligatorio di 1 lavoratore disabile; da 36 a 50 dipendenti, inserimento obbligatorio di 2 lavoratori disabili; oltre 50 dipendenti, inserimento obbligatorio di lavoratori disabili pari al 7% dell'organico aziendale. A fine gennaio è scaduto il termine per i datori di lavoro che occupano più di 14 dipendenti, di presentare alla provincia competente, il prospetto informativo con la situazione dei dipendenti occupati al 31/12/2019".
"Gli obblighi occupazionali stabiliti dalla Legge 68/99 devono essere ottemperati a livello nazionale. Pertanto - ribadisce - i datori di lavoro con più unità operative dislocate sul territorio nazionale, possono assumere lavoratori disabili in eccedenza su una determinata unità locale compensando con i lavoratori non assunti nelle altre unità locali".
"Va detto, per completezza - precisa il presidente dell'associazione - che esistono alcuni tipi di aziende esentati da questo sistema: edilizia, limitatamente al personale di cantiere e gli addetti al trasporto del settore; trasporto aereo, marittimo e terrestre, limitatamente al personale viaggiante e navigante; impianti a fune, in relazione al personale direttamente adibito alle aree operative di esercizio e regolarità dell'attività di trasporto; autotrasporto, per quanto concerne il personale viaggiante; minerario, limitatamente al personale di sottosuolo e quello adibito alle attività di movimentazione e trasporto del minerale".
"Assumere un disabile non è un'elemosina, ma un obbligo di legge. Che peraltro porta con sé notevoli benefici fiscali per l'azienda che si adegua alla norma. Chiedo al Comune di farsi carico di un monitoraggio della situazione esistente sul territorio, e di intervenire nei casi in cui la Legge non sia stata rispettata, suggerendo – conclude Mauro Stasio - all'azienda la strada corretta per procedere".