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Asl Rm/3: il personale in stato di agitazione per l’orario di lavoro

Oggi l’assemblea generale indetta dalla RSU con i lavoratori


abbiamo ricevuto e pubblichiamo
 
In data 1 aprile la RSU, per voce del Coordinatore, insieme alle OO.SS. Cgil, Uil di Comparto e il Sindacato dei Medici (la Cisl aveva poi comunicato con una nota la sua dissociazione in quanto l’iniziativa non era stata condivisa) hanno indetto uno Stato di Agitazione per la grave carenza del personale e per le problematiche derivanti dall’applicazione della L. 161/2014.
Nel corso degli anni, di tanti anni, troppi anni, si è assistito a indizioni di fantomatici “Stati di Agitazione” che poi puntualmente si sono dimostrati per quel che in realtà erano perché privi di un pensiero, di un progetto, di obiettivi e di una piattaforma definita, credibile, trasparente e condivisa con le Lavoratrici e i Lavoratori. Annunci buoni all’occasione per cercare un po’ di visibilità, magari a mezzo stampa, per poter trovare una “legittimazione aziendale” all’interno di un quadro di “Relazioni Sindacali” a dir poco opacizzato, contraddittorio, se non propriamente ambiguo, mentre, di fatto, si è rimasti spesso silenti, se non complici, sulle scelte e sulle decisioni, e/o non decisioni, delle varie Direzioni Aziendali.
Ciò, riteniamo, ha finito per indebolire la stessa Azione Sindacale che, allontanandosi di fatto dalle istanze, dai bisogni, dalle condizioni reali di vita e di lavoro, ha acuito e approfondito, quel solco, quella lontananza che ha determinato e sta determinando un distacco, una disaffezione, una passivizzazione e un individualismo in coloro che si dovrebbe e si vorrebbe rappresentare: le Lavoratrici e i Lavoratori.
Ora si scopre nuovamente “l’urgenza” e l’ennesima “emergenza”, anche a seguito dell’applicazione della L. 161/2014 sull’orario di lavoro che, sembra, sia stata “scoperta” quasi improvvisamente, peraltro, solo dopo la condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la minaccia di sanzioni e pesanti penalizzazioni economiche, in merito alla sua mancata applicazione (25 novembre 2015). In realtà su tale problematica hanno inciso e incidono pesantemente le politiche economico/finanziarie dei vari Governi di Centro destra e di Centro sinistra attraverso le Leggi di Stabilità, i Piani di Rientro, il Blocco del Turnover, ecc..
 
Tale situazione è però anche il prodotto e la conseguenza dell’assenza di una reale programmazione e di scelte dettate dal pressappochismo.
Infatti, in questi anni, mentre da una parte si denunciava la carenza del personale, dall’altra venivano annunciati e attivati, presso l’Ospedale G.B. Grassi, il Reparto di Sub – Intensiva (ora accorpato alla Rianimazione) con personale assunto a tempo determinato in occasione dell’influenza H1N1, “l’apertura” di “Presidi di Medicina Scolastica” e persino un fantomatico “Pronto Soccorso Scolastico” senza dimenticare che, recentemente, presso il Territorio sono stati “attivati” Servizi (v. abbattimento Liste di attesa, Ambulatorio Cure Primarie) aperti i giorni festivi attraverso lo strumento delle prestazioni aggiuntive e Presidi come la cosiddetta “Casa della Salute” rimasti, insieme al Presidio di Via Paolini, vere e proprie “scatole vuote”. A rendere ulteriormente più gravose le problematiche e le criticità esistenti sono state, anche, le “Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali” realizzate, nel corso di questi anni, attraverso mobilità, trasferimenti, comandi, ecc., con logiche e modalità che nulla avevano ed hanno a che vedere con le esigenze, i criteri di priorità, di efficienza e di funzionalità delle varie strutture e dei Servizi Socio Sanitari.
Parlare  quindi di “EMERGENZA” come se questa fosse il frutto un’improvvisa calamità, ci sembra, davanti a questa realtà, più che mai fuorviante, proprio perché, riteniamo che tutto questo non sia stato e non sia affatto casuale,  ma derivi da ragioni e responsabilità ben precise ed individuabili che dipendono, e ciò non può e non deve essere dimenticato e rimosso, da quel processo di depotenziamento e di smantellamento della Sanità Pubblica tendente a favorire vere e proprie politiche di  privatizzazione  ormai in atto già da tempo.
Come Cobas dell’Asl Rm3 pensiamo, se si vuole veramente affrontare e risolvere, senza ulteriori inganni e manipolazioni, le problematiche presenti e salvaguardare il Servizio Socio Sanitario Pubblico, che la sola strada percorribile è quella di battersi, senza ambiguità e tentennamenti, affinché si giunga, nell’immediato, almeno al totale sblocco del Turn over e ad un’adeguata politica mirante all’assunzione di tutte le Risorse Umane e Professionali necessarie a garantire i Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori e la Tutela della Salute delle persone. Nel contempo è necessario richiamare e imporre all’Azienda il ruolo che le compete e il rispetto delle normative in essere (v. Piani Operativi Regionali 2011- 2012 DCA 113/2010: “ricognizione del Personale e la riorganizzazione dei Servizi, delle Strutture e delle attività sulla base delle Risorse Umane e Professionali realmente disponibili”), senza i quali, non solo non sarà possibile risolvere realmente le problematiche e le criticità presenti, ma si favoriranno solo  una serie d’interessi (v. Esternalizzazioni, Cooperative, ecc.), con il conseguente sfruttamento delle Lavoratrici e dei Lavoratori interessati.
Come Cobas siamo consapevoli, e l’abbiamo più volte segnalato e denunciato, della grave situazione nella quale versano le Strutture e i Servizi Socio Sanitari a causa della carenza del personale che, se non affrontata in modo chiaro, concreto e adeguato, non permetterà di applicare e rispettare la normativa sull’Orario di Lavoro.
Tutto questo mentre, paradossalmente, ancora oggi, le Lavoratrici ed i Lavoratori non hanno neanche garanzie, circa l’assenza di regole formalizzate, rispetto a chi debba firmare Ordini di Servizio, in caso di prolungamento orario, necessario a garantire i livelli minimi di assistenza.
Ricordiamo che la  Legge sull’Orario di Lavoro trova il suo fondamento e la sua ragione d’essere proprio nella tutela delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché nel garantire dignitosi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza a difesa del Diritto alla Salute delle persone.   Risulta, quindi, quantomeno inopportuna, se non forviante, l’enfasi propagandistica con la quale la Regione Lazio ha annunciato nuove assunzioni che sono certamente insufficienti rispetto al reale fabbisogno di Risorse Umane. Il Cobas Asl Rm3, pur non ignorando e nascondendo limiti, contraddizioni e difficoltà presenti all’interno delle diverse realtà e Organizzazioni Sindacali, anche per le modalità e il percorso con cui si è giunti all’indizione dello stato di agitazione, esprime soddisfazione per la buona riuscita dell’Assemblea Generale svoltasi il 15/04 u.s., presso la sede di Casal Bernocchi e per l’esito e la sintesi positiva  che, in questa, è stato possibile raggiungere, sia in merito allo scorrimento della graduatoria sulla Progressione Economica Orizzontale entro il 2016, attraverso la riduzione, prevista, peraltro, dal DCA 34/2010 e dal DCA n°49/2010, delle Posizioni Organizzative e dei Coordinamenti, nonché sullo Stato di Agitazione relativamente all’applicazione della L.161/2014 sull’Orario di Lavoro garantendo sin d’ora il diritto alla fruibilità delle Ferie a tutto il personale, come da normativa vigente.
 
Il Cobas Asl Rm3 s’impegna, quindi, a sostenere tutte le iniziative che si intenderanno intraprendere per il raggiungimento di tali obiettivi.
 
 
 

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