
Il primo appuntamento con l’azienda agricola biologica Biolà specializzata nella produzione di latte crudo
di Elisa Josefina Fattori
La Fondazione Catalano, da sempre attiva nella divulgazione scientifica e valorizzazione del territorio sostenuta da Arsial, nella giornata del 15 dicembre 2021 ha organizzato un incontro con l’azienda agricola biologica Biolà del Comune di Fiumicino, specializzata nella produzione di latte crudo.
Abbiamo incontrato Giuseppe Brandizzi e la figlia Carlotta, giovanissima imprenditrice agricola, la quale sta continuando il percorso del padre e del nonno nella produzione biologica iniziata dagli stessi più di vent’anni fa.
Da quando esiste quest’azienda?
“Dagli anni sessanta: è stata costruita da mio nonno su un terreno di proprietà del mio bisnonno. La nostra è una famiglia di agricoltori da decenni. Il mio bisnonno lavorava i terreni a Monte Tosto, verso Torrimpietra dove aveva un’altra azienda. Dal 1998 abbiamo iniziato l’agricoltura biologica e dal 1999 l’allevamento delle vacche, attività intraprese da mio nonno e molto innovative per quegli anni. La nostra azienda è formata da dieci persone, due casari, uno che lavora i terreni, uno per la stalla e tre per la vendita.”
Per voi cosa vuol dire biologico?
“Non è solo parvenza o l’applicazione di un bollino. Nella nostra azienda il 70% del foraggio viene prodotto da noi. Abbiamo a cuore il benessere dell’animale, quindi i nostri animali camminano, si possono muovere e non sono chiusi in stalle strette; animali con i quali esiste un legame perché li andiamo a trovare, li conosciamo e sappiamo distingue il loro carattere, che si coglie già nei vitelli. Anche per la produzione non compriamo quasi nulla “da fuori”, a parte alcuni elementi come la frutta che utilizziamo per lo yogurt da bere. Il punto di partenza è il latte crudo che adoperiamo per ogni prodotto.”
Come è organizzata la vostra distribuzione?
“Vendiamo direttamente al consumatore senza intermediari, abbiamo un contatto diretto perciò il consumatore può fare domande e vedere chi sta dietro e dentro all’azienda. La distribuzione avviene tramite furgoni mobili. È presente un calendario sul nostro sito internet – aggiornato settimanalmente (clicca qui) – dove si possono trovare gli appuntamenti con i luoghi e gli orari, inoltre i nostri clienti sono informati attraverso una newsletter.”
La produzione biologica ha sicuramente un minor impatto sull’ambiente proprio perché gli allevamenti intensivi sono una delle maggiori cause del surriscaldamento globale. Qual è il tuo punto di vista, da ragazza di ventotto anni, su questo argomento?
“Le realtà biologiche in futuro saranno la prospettiva verso cui ci si dovrà orientare perché forniscono prodotti di alta qualità in modo molto differente dagli allevamenti intensivi. Anche noi – nel processo di lavorazione – siamo attenti all’impatto ambientale: quando produciamo riutilizziamo gli scarti, coltiviamo il nostro foraggio abbattendo così i costi ed il trasporto ed inoltre lavoriamo il terreno ma non ne lavoriamo tanto. Vendiamo a “km zero” e questo è rilevante anche per i nostri clienti, i quali ci preferiscono invece che acquistare un formaggio che, ad esempio, viene dalla Francia.”
Da un punto di vista economico è sostenibile un’azienda del genere?
“È sostenibile ma difficile perché trattiamo un prodotto antico e tradizionale, quindi la nostra clientela è principalmente formata da persone adulte ed anziane che ci conoscono da sempre, anche se ultimamente molti giovani sono interessati ai nostri prodotti. Non avendo intermediari e non vendendo nei supermercati – ed oggigiorno il consumatore preferisce andare al supermercato dove può trovare tutto – a volte è difficile intercettare i consumatori o che i consumatori arrivino a noi. Però ci occupiamo anche di degustazioni, che ultimamente interessano proprio perché si vive un’esperienza nella nostra azienda agricola e così, in seguito, ci si ricorda di noi e del nostro prodotto.”