Fiumicino: oggi nella sala consiliare il convegno sulle politiche migratorie "La solidarietà non si arresta"

Giovedì, 28 Marzo 2019 19:30

Autore: Matteo Fasano

Tra i presenti il viceprefetto di Roma Roberto Leone e lo scrittore afghano Alì Ehsani

di Fiumicino Online
 
Questa mattina si è tenuto, nell'aula consiliare del comune di Fiumicino, il convegno sulle politiche migratorie, dal titolo "La solidarietà non si arresta", organizzato dall'Assessorato alle Politiche sociali con il patrocinio dell’Anci.
 
Tra i presenti il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, il viceprefetto di Roma Roberto Leone, l’assessore alle Politiche sociali Anna Maria Anselmi, la delegata del sindaco alle Politiche migratorie Velia Maria Lapadula, il presidente del Consiglio Alessandra Vona, il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini, la responsabile del Servizio Centrale Sprar Daniela Di Capua e lo scrittore afgano Ali Ehsani, autore del libro “Stanotte guardiamo le stelle”.
 
Presenti al convegno le classi del Liceo Leonardo Da Vinci di Maccarese e dell’Istituto Paolo Baffi di Fiumicino, il gruppo scout di Fiumicino e gli esponenti del Centro Antiviolenza.
 
L'evento è stato aperto, con la proiezione del video realizzato sul tema, dai ragazzi e dalle ragazze del Liceo Leonardo Da Vinci di Maccarese, un video molto toccante e riflessivo, che ha introdotto tutti i presenti nel problema dei migranti.

Un problema molto attuale per la nostra città, visto che il Comune di Fiumicino, in quanto comune di frontiera, ha un numero sempre più crescente di migranti, trovandosi ad affrontare quotidianamente i problemi connessi all'immigrazione, anche e sopratutto dopo il Decreto Sicurezza.

"Il nostro comune è da sempre indirizzato verso una politica improntata all'accoglienza ed all'integrazione, rispettando le leggi e gestendo il fenomeno razionalmente, ma anche con il cuore e l'animo di aiutare chi è più in difficoltà - hanno dichiarato gli organizzatori dell'evento - attraverso riflessioni del fenomeno migratorio, derivanti da vari punti di vista, tanto di sicurezza quanto di solidarietà, si tende ad acquisire le conoscenze necessarie dirette ad una possibile soluzione, con particolare riferimento ai minori migranti non accompagnati".

Dopo l'intervento di apertura delle scuole superiori del nostro comune, l'intervento straordinario dello scrittore Alì Ehsani che ha raccontato, in chiave autobiografica, la sua esperienza di fuga dall’Afghanistan in guerra, diretto verso l’Italia. Una storia emozionante e piena di speranza che vogliamo mettere in evidenza
 
LA STORIA DI ALI' EHSANI "Molti ci chiamano i disperati, io invece dico che siamo gente piena di speranza, perchè nella vita bisogna essere forti, una forza che dobbiamo mantenere anche con le lacrime agli occhi - sono le parole di Alì, nato nel 1989 a Kabul, che dal 2003 vive a Roma, dove studia e lavora, dopo aver conseguito nel novembre del 2015 la laurea triennale in Giurisprudenza - la mia storia, narrata in prima persona parla dell’approdo in Italia di un ragazzo afghano dopo un viaggio lunghissimo e spaventoso. Avevo otto anni quando al mio rientro a Kabul trovai che la mia casa non c'era più, colpita da un razzo, con i miei genitori sepolti sotto le macerie. In preda alla disperazione mi sedetti su un muretto ad aspettare il ritorno del mio fratello maggiore Mohammed. Dopo questa brutta avventura con lui ci mettemmo in cammino verso l’Europa. Dopo un viaggio durato anni sono riuscito a raggiungere l’Italia. Durante questi anni ho incontrato di tutto contrabbandieri, scafisti senza scrupoli, ladri, ma anche persone buone che mi hanno trattato come un figlio. Mio fratello Mohammed non ce l'ha fatta a venire in Europa. Il suo tentativo di raggiungere la Grecia con un canotto fallì e lui affogò. Dopo questa mia esperienza - conclude Alì  - una cosa nella vita l’ho imparata: che niente è uguale. Non è uguale studiare o non studiare, rubare o non rubare, delinquere o non delinquere. E anche se uno è partito indietro come me, non è scritto da nessuna parte che debba arrivare ultimo. Nella vita dobbiamo essere sempre forti, anche quando lacrime di dolore escono dai nostri occhi".
 
 
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