In cosa consiste una visita proctologica

Venerdì, 21 Maggio 2021 10:37

Autore: Massimo De Vellis

Una visita proctologica risulta indispensabile tutte le volte che si riscontra un problema in corrispondenza del retto e della zona anale. C’è bisogno di sottoporsi a una visita, per esempio, se si soffre di un prolasso, di un ascesso o di incontinenza, ma anche se si è alle prese con le emorroidi, con una neoformazione, con una perdita di sangue o con le ragadi. La durata della visita è breve.

Come inizia la visita

Prima della visita vera e propria si deve procedere con l’anamnesi, vale a dire il colloquio nel corso del quale lo specialista domanda al paziente quali sono i disturbi di cui soffre e da quanto tempo essi vanno avanti. Il medico, inoltre, deve sapere se il paziente ha fratelli, sorelle o genitori che hanno patito patologie anali o rettali e se egli si è già sottoposto a interventi chirurgici o a cure finalizzate a risolvere il problema. Senza l’anamnesi, una visita non può mai essere considerata accurata. Dopodiché il paziente viene fatto mettere in posizione semi-prona: questa è la cosiddetta posizione di Sims. In pratica, il soggetto si deve sdraiare e poi girare sul fianco sinistro, prima di assumere una posizione fetale flettendo le gambe sulla pancia in modo che il sedere sia sul bordo del lettino.

La fase dell’osservazione

Grazie a questa posizione, la visita si rivelerà poco intrusiva e il più possibile efficace. All’inizio non c’è bisogno di manovre, in quanto viene effettuata la semplice osservazione della zona perianale: già così si può verificare l’esistenza di problemi dovuti alle ragadi o alle emorroidi. Con l’osservazione, poi, si può comprendere se si può proseguire con il passaggio seguente, che è quello rappresentato dalla palpazione. Lo specialista, dopo aver indossato un guanto, tocca la zona perianale allo scopo di verificare se è morbida o se, invece, ci sono delle zone di indurimento.

La valutazione del riflesso anocutaneo

In alcuni casi il proctologo può domandare al paziente una valutazione del riflesso anocutaneo. La zona perianale viene stimolata con un ago molto piccolo, così che possa essere verificata la contrazione riflessa dello sfintere. Qualora non ci fosse alcun tipo di contrazione, questo sarebbe un segnale della presenza potenziale di varie patologie. La palpazione serve anche per capire se la fase seguente, che è quella dell’esplorazione rettale, può essere effettuata in tranquillità, per esempio perché non ci sono ragadi. In presenza di ragadi, infatti, la visita non può proseguire, e viene rinviata al momento in cui il problema sarà risolto.

Che cos’è l’esplorazione rettale

Per l’esplorazione rettale il medico bagna con del lubrificante il dito indice, per poi cominciare la manovra. Se questa viene eseguita in maniera corretta, e cioè con delicatezza e lentezza, non si avverte alcun dolore, sempre che non vi siano delle patologie in essere. Con il dito viene rilevato l’anello sfinteriale, e si può capire se esso è completo e se è in grado di contrarsi. Inoltre, viene accertata la presenza eventuale di neoformazioni, che possono essere dolenti o meno.

A chi rivolgersi per una visita dal proctologo a Roma

Se si è in cerca di un proctologo Roma si può fare sicuro affidamento sulla competenza e sull’esperienza del dottor Mario Petracca. Ogni anno il dottore visita numerosi pazienti con successo, effettuando interventi di crioterapia selettiva in tutti i casi in cui essi si rendono necessari. Questo è un metodo innovativo mediante il quale le emorroidi possono essere affrontate con un approccio radicale. Il dottor Petracca nel corso della visita comunica al paziente le modalità di esecuzione dell’intervento, risolvendo tutte le sue perplessità e rispondendo a ogni domanda.

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