La Borsa: cartina tornasole dei nuovi reagenti “finanziari” dei mercati globali

Venerdì, 14 Agosto 2015 10:57

Autore: Massimo De Vellis

La Borsa è nata come spazio di trading, cioè come luogo in cui le transazioni avvenivano, prima in maniera fisica e con contatti ravvicinati, fra soggetti economici, già presenti su mercati importanti. Questo spazio economico ha testato prima il Gold Standard, fino alla Grande Guerra, dopodiché ha visto emergere lo strapotere degli Stati, imponenti stampatori di moneta di debito, come sosteneva con geniale lucidità Giacinto Auriti.
Da questa fase in avanti, nella tarda modernità, la Borsa si è mossa a cavallo tra due macrostrutture, con funzioni variabili nel tempo: gli Stati e le grandi agenzie della finanza internazionale.

Nel presente, abbiamo ancora il ruolo pesante delle banche centrali, da un lato, e della Troika, per intendersi, dall’altro. L’avvento della UE non ha mutato l’assetto generale, ne ha solo trasformato le dinamiche, inserendole in spazi e cornici più ampi.
Cosa accade, oggi, in Borsa? Muoversi non è facile, e il supporto di siti che spieghino come giocare in borsa è più che mai fondamentale. È il caso di Osservatorio Finanza ad esempio, che costituisce una fonte di utili consigli.
Accade che ancora una volta le macrostrutture che hanno dettato le loro ferree regole ai mercati, determinandone e captandone, nel contempo, le dinamiche strutturali, sono ancora all’opera e ciò ha un rilievo decisivo sull’azionario globale, che naturalmente si inserisce nell’azionario scambiato nella Borsa nazionale.

Perché il click dell’investimento è oggi più che mai interconnesso e l’idea di un economista di genio ed eclettico come Perroux – anni ‘60 del secolo scorso - degli spazi economici che, legandosi tra loro, costruiscono poli di crescita che, nel tempo, si evolvono in rapporti interfunzionali su base internazionale, è oggi chiaramente una realtà interamente realizzata, davanti ai nostri occhi.
In questa cornice, si possono allora leggere fenomeni come il brusco dietrofront per il Ftse Mib future, dopo un brillante avvio di settimana, e più in generale il nervosismo oggi dominante sull’azionario globale.
Gli indici europei hanno segnato rosso in scia alla decisione della People's bank of China. La manovra di svalutazione, realizzata per stimolare in maniera decisa l'economia, ha sorpreso mercati e analisti portando lo yuan a registrare una flessione record da oltre vent'anni e ad aggiornare il minimo storico sul dollaro da ottobre 2012.
Alla base della scelta della Banca centrale cinese c'è la continua debolezza dei dati macroeconomici, con un calo delle esportazioni del 8,3%, a cui va ad aggiungersi il dato sulle vendite di automobili (1,5 milioni di unità) in calo del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, nonché la maggiore flessione da febbraio 2013. E' la prima volta in cinque anni che le vendite di auto in Cina diminuiscono per quattro mesi consecutivi.
Dal fronte greco, invece, arrivano buone notizie. L'accordo sul memorandum d'intesa è stato raggiunto, e ora toccherà al Parlamento approvare i dettagli del piano di aiuti. Tra le riforme principali figurano le riforme del sistema pensionistico e della pubblica amministrazione e la deregolamentazione del mercato energetico.
Questi fattori messi insieme ci fanno capire che il sistema economico-finanziario-borsistico è strutturalmente interconnesso e che, per investire oggi, profittevolmente, occorre parlare le molte lingue delle currencies, delle commodities e degli indici.

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