Cosa vuol dire sottoporsi a una visita tricologica?

Martedì, 20 Novembre 2018 11:18

Autore: Massimo De Vellis

Una visita tricologica risulta indispensabile non solo per chi deve far fronte alla caduta dei capelli, ma anche per coloro che hanno a che fare con una chioma grassa o piena di forfora. Nel corso di una visita specialistica, infatti, si ha la possibilità di identificare le anomalie che eventualmente interessano il cuoio capelluto e che possono portare all'alopecia, alla dermatite o alla follicolite. Il tricologo, una volta accertata l'anomalia, identifica la terapia più appropriata per la risoluzione del problema. Non si può fare a meno di stabilire con esattezza le cause scatenanti del disturbo per giungere alla sua eliminazione, o comunque a una normalizzazione della patologia.

Come si svolge la visita

Il momento iniziale della visita è rappresentato dall'anamnesi: in pratica, il paziente dialoga con lo specialista e gli fornisce tutte le informazioni che possono risultare necessarie per una ricostruzione corretta della sua storia clinica. I dati messi a disposizione riguardano, per esempio, le abitudini alimentari e la storia clinica della famiglia, ma anche lo stile di vita che si segue: insomma, tutti quei fattori che possono essere decisivi ai fini di una accurata indagine delle origini del disturbo. Una volta che tutti i dati raccolti vengono trascritti nella cartella del paziente, si può procedere con lo step successivo, che è quello del monitoraggio.

Il monitoraggio

Prima di capire che cosa significa tricologico, è necessario sottoporsi a un monitoraggio del cuoio capelluto, che viene effettuato tramite uno specifico strumento: di solito si tratta di una microcamera ad alta risoluzione, grazie alla quale è possibile visionare la cute e ispezionare i capelli, in modo da rintracciare le anomalie. In diretta, vengono mostrate le immagini della cute su uno schermo, e così il tricologo illustra subito al paziente con che tipo di anomalia si dovrà combattere. Il monitoraggio è essenziale per identificare non solo le cause della caduta dei capelli, ma anche la qualità.

I test tricologici

A questo punto arriva il momento dei test tricologici, indispensabili quando il problema che ha indotto il paziente a prenotare la visita è la caduta dei capelli. Tali test possono essere di vario tipo e servono a usufruire di una valutazione più chiara, all'interno di un quadro più completo: il wash test, per esempio, serve a capire quanti capelli vengono persi nel corso del lavaggio, mentre il pull test ha lo scopo di verificare la resistenza alla trazione. Non si può trascurare, poi, l'importanza del tricogramma, che consiste in un'analisi strutturata delle condizioni di salute dei capelli.

La diagnosi finale

Così, si arriva finalmente alla diagnosi, la cui elaborazione di solito è abbinata a consigli sugli accorgimenti da adottare per garantire alla chioma una salute migliore. Lo specialista, ovviamente, indica anche la cura tricologica che deve essere seguita in funzione del tipo di disturbo che viene ravvisato. Per arrivare a una diagnosi corretta, i dati che derivano dai test vengono incrociati e studiati con quelli raccolti attraverso l'anamnesi: non manca, poi, la valutazione del responso fornito dal tricogramma

Il percorso che ogni paziente viene invitato a seguire è personalizzato e studiato su misura in funzione delle condizioni del sistema cute-capello e delle sue caratteristiche. I trattamenti previsti possono essere diversi, ma è importante ricorrere sempre a detergenti non aggressivi e biocompatibili, a base di materie prime di alta qualità, in modo tale che l'equilibrio della pelle e della chioma non venga in alcun modo messo a repentaglio. 

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