Combattere la solitudine con il cohousing

Mercoledì, 30 Novembre 2016 15:13

Autore: Massimo De Vellis

Il fenomeno del cohousing, noto anche house sharing, nasce con l’intento di condividere la propria casa in un’ottica di risparmio e socializzazione. Questa tipologia di convivenza non è più messa in atto dai soli studenti universitari: negli ultimi anni, infatti, anche le persone anziane ricercano un po’ di buona compagnia condividendo la propria dimora non solo con coetanei, ma anche con persone più giovani.

I vantaggi del cohousing

L’innovativa tendenza americana del cohousing comporta numerosi vantaggi. Anzitutto il costo dell’affitto viene diviso, più o meno equamente, fra le persone che occupano l’appartamento, risultando quindi in un grande risparmio per tutti i suoi occupanti (la cui pensione spesso ammonta a poche centinaia di euro al mese); in secondo luogo gli anziani hanno così la possibilità di passare del tempo assieme, occasione per scambi di esperienze e attività di svago. Non meno importante è anche il fatto che, grazie al cohousing, gli anziani hanno la possibilità di contare sul supporto reciproco, cosa che permette anche alle persone sole di poter continuare a vivere nella propria casa in totale serenità. È comunque importante sottolineare che il sostegno reciproco non può ovviamente sostituirsi alle cure offerte da specialisti in cure senili, per le quali è sempre consigliabile rivolgersi ai diversi servizi di assistenza anziani a Roma.

Perché scegliere il cohousing?

Il cohousing si deve in parte alla crisi economica mondiale degli ultimi anni, la quale ha aumentato il rischio di povertà per le persone con oltre 60 anni di età; molte di esse infatti si sono ritrovate sole, con una pensione che gli garantisce un livello di sussistenza minimo e con una casa molto grande. A seguito di queste condizioni si è verificato un boom di annunci per la ricerca di coinquilini over 60, ai quali solitamente è richiesta una cifra modica per l’affitto (che è prevalentemente determinata dall’ammontare delle bollette); il vero favore che viene richiesto in cambio di questa disponibile ospitalità non è nient’altro che la compagnia. La maggior parte degli anziani che si sentono soli mette quindi in atto questa nuova tipologia di convivenza al fine di combattere la solitudine e fare un passo verso quello che viene così definito invecchiamento attivo.

Da coinquilini ad amici

Alcune fonti riportano che da questa nuova esperienza siano infatti nati molti rapporti di amicizia, quasi di parentela, tra i coinquilini, i quali stringono un legame definibile come do ut des, in quanto: i giovani, o altri tipi di conviventi, si impegnano a mantenere pulita la propria camera, ad aiutare la persona anziana nello svolgimento delle faccende domestiche e ad offrire una buona compagnia, in cambio l’anziano proprietario di casa offre l’alloggio ad un prezzo modico e accessibile. Possiamo quindi affermare che il cohousing è una piccola rivoluzione culturale, in grado di cambiare lo stile di vita di molte persone anziane, permettendo questi di essere loro stessi artefici del proprio destino, senza dover necessariamente attendere l’aiuto di un familiare o un’istituzione, ma semplicemente pubblicando un annuncio per la ricerca di una buona compagnia all’interno delle mura domestiche.

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