La dislessia

Venerdì, 23 Gennaio 2015 20:00

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Quando leggere diventa una sfida

di Dania Polletta

La dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Questo termine ingloba solamente i disturbi legati all'apprendimento scolastico che sono in particolare: la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia. Questo disturbo interessa uno specifico dominio delle abilità (che possono essere quindi la lettura, la scrittura, il calcolo...), non interferendo in alcun modo con il funzionamento intellettivo generale. Un bambino dislessico quindi non presenterà deficit di intelligenza, problemi psicologici o neurologici, in quanto il suo disturbo è legato ad un'alterazione neurobiologica, ossia ad una disfunzione di alcuni gruppi di cellule destinate al riconoscimento di lettere-parole e del loro significato. Chi è affetto da questo disturbo quindi può leggere e scrivere, ma fa estremamente fatica perché nel farlo deve impegnare al massimo le sue capacità. Il bambino quindi tenderà a stancarsi molto rapidamente e a commettere errori. Spesso questa difficoltà nella lettura può accompagnarsi ad altri problemi sopracitati: difficoltà di tipo ortografico, difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura e nel calcolo.
In Italia questo disturbo è ancora poco conosciuto, bensì interessi il 3-4% della popolazione scolastica.  
 
Come si manifesta e come si affronta
Il bambino dislessico spesso nella lettura e nella scrittura cade in errori come l'inversione di lettere e di numeri (21/12), e sostituzione di lettere (m/n, b/d, v/f). Può anche presentare difficoltà nell'apprendimento di informazioni in sequenza (alfabeto, giorni della settimana, tabelline...), fare confusione nei rapporti spazio-temporali o avere problemi nell'esprimere ciò che pensa.
Tuttavia questi bambini sono intelligenti, spesso dotati di grande creatività e vivacità sia fisica che intellettuale. Frequentemente però, chi è affetto da questo disturbo finisce per presentare problemi psicologici come la demotivazione e la scarsa autostima, ma queste sono soltanto conseguenze e non cause del disturbo. E' molto importante quindi fare subito una diagnosi presso specialisti appena c'è il sospetto di tale problema. Se la diagnosi risulta positiva bisogna intervenire adottando nuovi criteri di insegnamento e impiegando nuovi strumenti che possano facilitare l'apprendimento del bambino (cd, video, computer...).
E' importante conoscere l'esistenza di questo disturbo perché è ormai piuttosto diffuso e spesso, ignorando il problema, davanti a scarsi rendimenti scolastici, si finisce per colpevolizzare il bambino (“potrebbe fare molto più ma non si impegna”), oppure si attribuisce la causa a problemi psicologici, provocando in lui sofferenze e frustrazioni.
Albert Einstein diceva: “Ognuno è genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.
 
 
 
 
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Pubblicato in Salute e Benessere
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