Storia di Natale

Venerdì, 28 Dicembre 2012 18:09

Autore: Fiumicino-Online

Ogni essere umano è unico ed esclusivo, siamo tutti ricchi di qualità e difetti

Nell’augurarvi un sereno Natale 2012 ed un Felice Anno nuovo 2013 vi racconto una bella storia del nostro tempo sperando possa essere non solo di vostro gradimento ma soprattutto spunto per una profonda ed attenta riflessione.
C’era una volta, in un tempo simile al nostro, in una casa qualunque un bambino che la sera del ventiquattro dicembre prese la scatola del presepe, nel cominciare ad aprirla guardò attentamente i pastorelli, le casette, tutti gli  animaletti, il cielo stellato la carta roccia.
Fu così che trovò l’asinello con l’orecchio rotto, un pastorello con un braccino rotto ed la pecorella priva di una zampetta.  Cominciando a preparare il presepe sulla base pose la carta, vi depose il muschio, poi vi appoggiò le casette bianche,  i pastorelli, San Giuseppe, Maria ed il bue. Poi prese l’asinello, il pastorello e la pecorella, li depose in una scatoletta ponendoli davanti alla porta di casa perché, il mattino successivo, il netturbino potesse dopo, averli raccolti gettarli in discarica fra i rifiuti, il giorno successivo.
Ma la cosa più bella fu che durante la fredda notte i tre pastorelli si animarono cominciando a parlare e riflettere fra loro. Discutendo ebbero la geniale idea di mettersi in cammino verso chissà quale luogo sconosciuto. Così infreddoliti si avviarono lungo la strada ormai deserta. Non c’era in giro nessuno perché era proprio la vigilia di Natale e tutti stavano in casa, al calduccio a festeggiare in famiglia l’evento più bello dell’anno. I tre pur essendo infreddoliti continuarono a camminare. Poche stelle erano rimaste in cielo, la notte oltre ad essere fredda era anche insolitamente ventosa e sconvolgente. I tre durante il lento cammino ripensarono agli anni precedenti durante i quali erano stati in casa e posizionati nel loro presepe con tutti i loro amici  e la famiglia del bambino che cenava, scartava i regali ed infine brindava.
Che tristezza, dopo tanto lavoro ritrovarsi per strada al freddo ed al gelo! Ad un certo punto mentre camminavano stanchi ed avviliti videro in cielo un immenso chiarore. Si guardarono in faccia e decisero di andare proprio lì. Man mano che si avvicinavano alla luce lo splendore si triplicava. Si fecero così forza l’un l’altro nel percorrere gli ultimi passi e proprio quando stavano per perdere ogni speranza e forza speranze si ritrovarono di fronte all’immensa luce che li aveva guidati. Non era una luce qualsiasi era la “Stella cometa” non di cartone come quella che avevano sempre visto nel presepe del bambino bensì la vera cometa che aveva guidato i Magi con la sua coda piena di miliardi di stelline che  segnalava ancora una volta la strada per giungere verso la grotta del piccolo Gesù assai semplice ma di per se’ unica al mondo.
L’asino senza orecchio, il pastorello senza il braccio e la pecorella senza zampetta spalancarono gli occhi. Il presepe che vedevano innanzi era proprio “singolare” ed aspettava loro. Dentro la capanna mancava proprio l’asinello senza orecchio, un pastorello senza mano aspettava la pecorella senza  zampetta, coperta di lanosi riccioli bianchi. Il pastore senza braccino era atteso con ansia da una deliziosa pastorella
senza piede.
Ecco cosa lo rendeva unico al mondo. Quello strano presepe era frutto di scarti. Tutto ciò che era inservibile ed inutilizzabile era servito per realizzare un presepe unico ed esclusivo. Gesù Bambino privo di fasce era senza la sua culletta e deposto sull’erbetta. Maria era senza velo sul capo, Giuseppe non aveva più il suo bastone. Ogni pastorello era mancante di qualcosa.  Gesù Bambino schiacciò loro l’occhietto ridente e disse loro: “Non vedevamo l’ora che arrivaste!”. “Guardate che bel presepe abbiamo fatto tutti noi!”. “E’ sicuramente un povero presepe ma è anche molto ricco di fragilità umane e di diversità!”.
La storia è assai carina perché insegna che ogni uomo è diverso dall’altro proprio per le sue diverse caratteristiche. Ogni essere umano è unico ed esclusivo, possiede qualità che altri non possiedono. La diversità va accettata e condivisa, piuttosto che essere rigettata e criticata. L’individuo è ricco di qualità e di difetti. Accettarsi così come siamo è fondamentale per vivere in comunione ed armonia e soprattutto per andare avanti lungo la strada della vita.

Mariapina
 
 
 
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