Il giardiniere tutto fare

Venerdì, 06 Aprile 2012 11:41

Autore: Alfredo Marchesini

Questo racconto è dedicato a chi non si cura mai abbastanza delle persone che gli stanno accanto

C’era una volta un giardiniere di nome Fiorenzo, uomo alto, corpulento, simpatico, baffuto e disponibile. Lavorava ogni giorno con tanto entusiasmo occupandosi dei giardini degli altri. Curava con impegno i fiori, le aiuole, gli arbusti, gli alberi, i giardini.
Oltre ad occuparsi di fiori metteva a posto ogni cosa rotta. Tutti non vedevano che le sue doti e stravedevano per lui. Era diventato il simbolo del quartiere per efficienza e disponibilità.
Anch’egli possedeva un giardino con tante bellissime piante e fiori. Al centro del giardino stava “Matì” una rarissima splendida magnifica rosa arancione scuro che tutti invidiavano perché proveniente da un  lontanissimo paese. Il solare fiore attendeva che il suo amato padrone uscisse in giardino per salutarla, ammirarla, toccarla, innaffiarla e potarla al tempo giusto.
Fiorenzo era veramente orgoglioso della sua piccola e delle rigogliose piante del suo giardino. Ovviamente per la sua “Mati’” aveva non uno ma due occhi di riguardo. Lei lo ricambiava appassionatamente diffondendo un buon profumo alla presenza di lui, mostrandosi a lui nella sua piena luminosità e nel pieno vigore delle sue sfumature, i cui colori somigliavano tanto agli splendidi tramonti primaverili ed estivi traboccanti d’ amore per la natura ed il creato.
Purtroppo a causa dei molti impegni, il pover’uomo non poté più occuparsi della sua magnifica rosa e del suo giardino. Tutti approfittando della sua bontà cominciarono a non lasciarlo più in pace durante le ore del giorno. Fu così che, essendo sempre più stanco non trovò più tempo per sé e per le sue amate piante.
“Matì” come sempre, ogni giorno cominciò ad attendere il suo padrone ed a desiderarne le gocce fresche di acqua zampillante, gli sguardi, le coccole, le carezze, le cure e così cominciò a sfiorire.
Ogni giorno oltre ad intristirsi si curvò su se stessa perdendo definitivamente il suo profumo ed il colore dei tramonti. Fu così che morì….
 
Questo mio racconto è dedicato a chi non si cura mai abbastanza delle persone che gli stanno accanto. La storia è un invito a badare prima di tutto a chi ci sta vicino, perché quando non ci si prende cura di chi ci è caro alla fine l’altro si stanca e finisce per non amarci più. Ciascuno di noi nel racconto proposto scoprirà piccole manchevolezze nei confronti di un suo caro e magari starà più attento a non perderlo per sempre.  Non dimenticate di leggere le nostre storie. Soprattutto riflettete molto su di esse. Se volete, esprimete le vostre idee e rendetemi partecipe, ciò per un arricchimento continuo ed efficace, soprattutto nella crescita interiore.
 
Maria G.B.
 
 
 
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Pubblicato in Il Segnalibro