Vitamina D, Dott.ssa Rita Farinato: "La sentinella del sistema immunitario"

Lunedì, 23 Novembre 2020 10:51

Autore: Fiumicino-Online

I dati relativi a vari centri Covid spagnoli riscontrano che 8 pazienti su 10, ricoverati per Covid, erano carenti di vitamina D
 
di Elisa Josefina Fattori

È indispensabile divulgare le proprietà dalla vitamina D rispetto all’infezione SARS-coV-2 poiché recenti studi clinici e scientifici dichiarano che adeguati livelli di vitamina D favoriscano l’azione protettiva dell’interferone di tipo I, uno dei più significativi mediatori della risposta antivirale organica.
 
La vitamina D, oltre ad avere un effetto antivirale diretto nei confronti di alcuni virus, si dimostra un potente alleato dell’interferone di tipo I, un efficace potenziatore di risposte antivirali. Tale processo è conclamato nell’infezione dell’epatite C con Rinovorus, quindi è evidente che il supporto additivo della vitamina E e dell’interferone di tipo I coadiuvano l’induzione di alcuni geni deputati all’attività antivirale. Nello stadio più avanzato del Covid-19 l’attività immunomodulante della vitamina D contribuisce a ridurre il danno dell’iper-infiammazione che si scatena nelle forme più severe dell’infezione della malattia.
 
Studi approfonditi, corroborati da ricerche speculari più recenti, confermano che le complicazioni della SARS-coV-2 possono essere correlate ad una produzione insufficiente o rallentata di interferone nella fase primaria della malattia. È comunque importante precisare che la vitamina D non previene l’infezione da Coronavirus, ma è un valido aiuto del sistema immunitario innato e quindi aumenta la resistenza a fattori patogeni. Investire sulla prevenzione, raccomandando d’innalzare i livelli di vitamina D per sostenere il sistema immunitario, produce indubbiamenteun effetto positivo anche se non quantificabile.
 
L’obbiettivo principale della vitamina D è quello di regolare il metabolismo minerale nella prevenzione sia primaria che secondaria dell’osteoporosi che colpisce oltre 6 milioni di italiani. Nella fascia di popolazione anziana la carenza di vitamina D rientra nella normalità e per questo motivo tale sostanza viene somministrata come supplemento indispensabile.
 
È indubbio che una correlazione di bassi livelli di vitamina D con le complicanze da Covid-19 possano attribuirsi con evidenza nella fascia di pazienti anziani a causa di un assorbimento rapido di tale supporto. I dosaggi di vitamina D che dovrebbero essere somministrati – in questa fase pandemica – atti ad influenzare una risposta immunitaria adeguata sono elevati, quindi (e mai come in questo periodo storico) sarebbe importante analizzare i propri livelli di vitamina D. In alcuni casi è utile assumere quotidianamente vitamina D in aggiunta alla somministrazione mensile, poiché la sollecitazione costantedel sistema immunitario prodotta da questa sostanza è ragionevolmente positiva.
 
Riporto un recentissimo studio pubblicato sul “Journal of Clinical Endocrinolgy & Metabolism” condotto in Spagna dal gruppo scientifico diretto dal professor Josè Hernández, dell’Università di Santander. I dati relativi a vari centri Covid spagnoli sono rilevanti, poiché riscontrano che 8 pazienti su 10 ricoverati per Covid erano carenti di vitamina D, soprattutto gli uomini. È emerso inoltre che più marcata era la carenza di vitamina D, maggiori erano i marcatori infiammatori legati alla fase grave dell’infezione nel sangue dei pazienti. La vitamina D si rivela importante nella battaglia contro la tempesta delle citochine, un drammatico processo che investe i pazienti Covid nella fase più severa dell’infezione.
 
Alcuni alimenti sono ricchi di vitamina D: l’antico “rimedio” dell’olio di fegato di merluzzo e i pesci “grassi” quali sgombro, aringa, tonno, carpa, anguilla, salmone, ostriche e gamberi; i formaggi grassi, il burro, il latte, i tuorli d’uovo, i funghi, la carne e il fegato. In particolare l’olio di fegato di merluzzo contiene la stessa forma di vitamina D3 o (colecalciferolo) che viene sintetizzata dalla pelle; a tale integratore di “antiche memorie” è utile associare integratori base di vitamina D3, più efficaci rispetto alle controparti a base di vitamina D2.
 
Esiste un livello massimo tollerabile di vitamina D. Ad indicarlo sono sempre i larnche lo fissano a 40 UG al giorno da 1 a 3 anni, 75 UG al giorno da 1 a 3 anni e 100 UG al giorno a partire dagli 11 anni. Superati questi livelli, la vitamina D – tanto utile per il sistema immunitario ed il benessere delle ossa – può essere dannosa esponendo a rischi di nausea, vomito, costipazione, mancanza di appetito, debolezza, perdita di peso, confusione e disorientamento, depositi di calcio nei tessuti molli e problemi renali. È quindi consigliabile assumere integratori a base di vitamina D3 (e supporto della stessa) facendosi consigliare dal proprio farmacista di fiducia.
 
Gli antichi rimedi come il tanto “odiato” olio di fegato di merluzzo, ancora una volta centrano il bersaglio della salute: il futuro ha sempre una memoria storica.
 
Dott.ssa Rita Farinato titolare della Farmacia “Farinato”, via Trincea delle Frasche 211 (Fiumicino)
 
 
 
 

 
 
 

 
 
 
 
 
 
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