Omicidi senza colpevole: Marino Pascoli, un giovane giornalista e partigiano di 25 anni

Martedì, 25 Luglio 2023 22:48

Autore: Fiumicino-Online

Era la sera del 4 gennaio 1948, quando venne raggiunto alla schiena da 5 colpi di rivoltella

di Patrizio Pavone
 
Proseguiamo con la seconda puntata di questa nuova rubrica dal titolo "Omicidi senza colpevole", che continuerà ad occuparsi dei vari casi di omicidio senza che la giustizia abbia mai scoperto il killer.
 
Oggi parliamo di Marino Pascoli, nato a Ravenna nel 1923. Sin da giovane rivendica una sua vena di insofferenza ad ogni forma di autoritarismo, propria del ventennio fascista, laddove evita di partecipare alle obbligatorie manifestazioni di piazza o a quelle dedicate ai giovani balilla. Si cimenta sin da giovane a fare il giornalista per un piccolo giornale locale.
 
Produce alcune vignette satiriche contro il regime e questo gli costerà, assieme all’appartenenza a frange di antifascisti, all’arresto che avviene nel 1944. Riesce ad evadere ed entra a fare parte dei GAP e poi della Brigata Garibaldi, scampando alla morte in diverse conflitti a fuoco contro i nazisti.
 
Terminata la guerra Marino Pascoli aderisce ad alcuni gruppi repubblicani mentre esercita la professione di giornalista presso “La Voce di Romagna”. Alcuni suoi articoli di cronaca politica su questo quotidiano irritano diversi suoi antagonisti che in un agguato gli sparano alle spalle ma senza ferirlo. E’ il 1947 quando scrive il suo ultimo articolo molto pungente contro i falsi partigiani.
 
Marino Pascoli i si scaglia contro chi, utilizzando ancora le armi che circolano in Italia e spacciandosi per partigiano, effettua delle vendette personali che si tramutano in veri e propri omicidi. Lui inneggia agli eroi che hanno fatto la resistenza ed  inveisce contro chi gira col mitra facendo l’eroe quando invece il nemico da uccidere non esiste più.
 
E così la sera del 4 gennaio 1948, mentre sta tornando a casa con la fidanzata e con altri amici, viene raggiunto da 5 colpi di rivoltella alla schiena. E’ ferito gravemente e viene trasportato in ospedale dove muore subito, senza aver potuto riprendere conoscenza. Le indagini, seppure immediate, sono complicate perché nessuno ha visto l’assassino.
 
Alcuni compaesani di Pascoli vengono indagati ed anche arrestati. Si effettua un processo che però non conferma le accuse e quindi i sospettati vengono scarcerati per mancanza di prove. Purtroppo la troppa tiepidezza nel voler riavviare le indagini fa si che mai si troveranno l’assassino e il mandante; il caso venne dimenticato dopo pochi mesi.
 
Nel tratto di strada dove è stato commesso il delitto, e cioè tra Ammonite e Mezzano, nei pressi di Ravenna, è stato eretto un piccolo monumento in suo ricordo. Era un  giovane di 25 anni, molto coraggioso, colpevole solo di aver detto la verità sui falsi partigiani, barbaramente ucciso non dai vecchi nemici di guerra ma da chi sarebbe dovuto essere suo compagno in tempo di pace.
 
 
 
 
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