Omicidi senza colpevole: l'Italia ha un numero impressionante di casi irrisolti

Martedì, 04 Luglio 2023 15:26

Autore: Fiumicino-Online

La Bella Elvira, il delitto di Toiano: da 75 anni senza un colpevole

di Patrizio Pavone
 
Oggi vogliamo inaugurare questa nuova rubrica dal titolo "Omicidi senza colpevole", che si occuperà dei vari casi di omicidio senza che la giustizia abbia mai scoperto il killer. Apriamo con un assassinio storico, quello di Elvira, la bella ragazza uccisa il 5 giugno 1947.

In tv è stata recentemente trasmessa una serie chiamata “Cold case” nella quale una squadra dell’FBI si occupava esclusivamente di omicidi, anche vecchi di decenni, di cui le indagini erano state tristemente interrotte. Tale squadra invece ne scopriva i colpevoli. Sarebbe auspicabile che questo accadesse anche in Italia.
 
In questo nuovo spazio ci vogliamo occupare di omicidi accaduti dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il primo in ordine cronologico riguarda la morte di Elvira Orlandini, una bella ragazza di 22 anni, domestica presso una famiglia straniera, avvenuto a Toiano (Pi) che divenne in breve un caso nazionale seguito dalla stampa e dall’opinione pubblica.
 
E’ il giorno del Corpus Domini, 5 giugno 1947 e la povera domestica, di origini contadine, si reca di mattina a prendere acqua ad una fonte, nel bosco accanto al paese. Viene attaccata dal suo omicida che le infligge un taglio profondo alla gola con un coltello. Poi altre coltellate sul corpo ormai morto (come dirà poi l’autopsia). Il cadavere viene trascinato in un canale di scolo delle acque e lì abbandonato.
 
Viene ritrovata lo stesso pomeriggio dal padre. I carabinieri scoprono che l’omicida le ha portato via gli indumenti intimi, forse come un feticcio. Le indagini sono immediate e la lista dei sospettati è lunga. Si comincia da un giovane uomo, figlio della coppia presso cui lavorava. Ma anche da un parente prossimo alla ragazza, e dal suo fidanzato con il quale si doveva a breve sposare.
 
L’arma del delitto non si trova. L’ex fidanzato della vittima, Ugo Ancilotti, viene arrestato: sui suoi pantaloni si notano tracce di sangue. Si pensa ad un delitto legato al presunto sospetto che fosse il padre del bambino che la ragazza supponeva di portare in grembo. Ma si scopre anche, dalle rivelazioni di una sedicente maga locale, che Elvira aveva una relazione anche con un uomo sposato.
 
Venne celebrato il processo a carico di Ancilotti, che non aveva mai confessato. L’attenzione dell’opinione pubblica era enorme e migliaia di persone, che non entravano nell’aula del tribunale, attendevano fuori ad ogni udienza. Un avvocato molto noto, tale Giacomo Picchiotti, parlamentare socialista, decise di difenderlo gratis poiché indigente e convinto che l’accusa fosse solo indiziaria.
 
L’Italia di allora si divise tra colpevolisti e innocentisti. Visto il clamore ed anche degli incidenti tra manifestanti e polizia, si decise di trasferire il processo a Firenze. Da successive approfondite indagini richieste dalla difesa, forte di altri due avvocati di grido, si scoprì che alcune tracce di scarpe rinvenute sul luogo del delitti non corrispondevano, per differenti misure, con quelle dell’indagato.
 
Anche le tracce di sangue sui pantaloni del presunto colpevole risultarono inconsistenti. Al termine del processo Ancilotti fu dichiarato non colpevole per insufficienza di prove. Morì poi nel 2013, dichiarandosi sempre innocente. Non si trovarono altri indiziati e quindi le indagini si arenarono. Si diffuse anche la leggenda che il fantasma di Elvira si aggirasse nel bosco dove era stata uccisa.
 
 
 
 
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