Omicidi senza colpevole: Erio Codecà

Lunedì, 21 Agosto 2023 11:15

Autore: Fiumicino-Online

Continuiamo il viaggio degli assassinii compiuti in Italia, oggi parliamo di un dirigente Fiat

di Patrizio Pavone
 
Continuiamo il viaggio degli assassinii compiuti in Italia dopo le due guerre, rimasti senza una soluzione. Oggi parliamo di un dirigente Fiat, Erio Codecà, nato nel 1901, in una buona famiglia che lo aveva fatto studiare in ottime scuole. Poi, visto l’impegno del ragazzo, fu decisa la sua iscrizione all’università, presso la facoltà di ingegneria, dove si laureò nel 1926.
 
La sua vita lavorativa fu molto ricca di soddisfazioni, poiché fu responsabile alle vendite delle auto torinesi in Romania e poi nella Germania nazista fino al 1943. Promosso come direttore al Centro Sperimentale del Lingotto, nella sede centrale di Torino, toccò l’apice del successo lavorativo presso la Fiat Grandi motori.
 
Durante il suo soggiorno lavorativo a Bucarest aveva conosciuto Elena Piaseski, che sarebbe poi diventata sua moglie. Il presidente Fiat Vittorio Valletta riteneva, Erio Codecà, uno dei suoi più stretti collaboratori. Al salone dell’automobile conobbe l’allora presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi, al quale spiegò le ultime vetture nate in casa Fiat.
 
E’ la sera del 16 aprile 1952, quando Erio si trova in casa da solo, perché la moglie è in vacanza. Esce con il suo cane che fa salire a bordo della Fiat 1100 di proprietà. Qualcuno nascosto in una siepe, a bordo strada, gli spara addosso un colpo di pistola che lo centra vicino al cuore uccidendolo all’istante. L’omicidio suscitò una eco profonda dato che il soggetto era molto conosciuto e benvoluto da tutti.
 
Ma presso la Fiat Mirafiori compare una scritta che inneggiava all’assassinio: “Uno di meno! Il primo è servito e ne seguiranno altri”.
 
Le Brigare Rosse non esistevano ancora ma le lotte di classe già creavano forti dissapori. La CGIL prese subito le distanze da quelle strane rivendicazioni, anche perché Codecà era un uomo molto schivo da ogni litigio sindacale.
 
Venne istituita anche una taglia di 28 milioni di lire a chi avesse fornito particolari atti a scoprire l’assassino. Ma in realtà il movente era del tutto oscuro. Il povero Eleuterio (vero nome di battesimo di Codecà) non era impegnato politicamente né sindacalmente.

Nell’estate del 1955 venne arrestato Giuseppe Faletto che si era vantato presso alcuni amici del suo omicidio. L’indiziato era soprannominato il “Boia della Val di Susa” quando militava nei partigiani durante la guerra. Ci fu un processo che però nel 1958 lo assolse per insufficienza di prove. Non essendosi scoperte altre piste investigative il caso fu dopo qualche anno dimenticato e gli autori dell’inspiegabile delitto rimasero ignoti ed impuniti.
 
 
 
 
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