I giochi dell’Antico Impero Romano sopravvissuti fino ad oggi

Sabato, 22 Dicembre 2018 19:24

Autore: Stefania Curzio

Quante volte ci siamo trovati a giocare, da soli o in compagnia, ad uno dei nostri giochi preferiti senza però conoscerne la storia né l’origine?

Bene, quello che vi dimostreremo in questa pagina è che la maggior parte dei giochi oggi più amati proviene dall’Antico Impero Romano. Inventori geniali e fantasiosi, infatti, gli abitanti dell’antica Roma ci hanno lasciato una tradizione di giochi ed attività ludiche per tutti i gusti.
 
Da quelli all’aperto a quelli da tavolo, da quelli più riflessivi e da fare in solitaria a quelli che oggi chiameremmo social o multiplayer, dai giochi indicati eclusivamente per gli adulti fino a quelli tipicamente fanciulleschi come le bambole. Sì: tutto questo proviene proprio dagli antichi tempi romani e data la curiosità dell’argomento, abbiamo pensato ad una carrellata di giochi che sono ancora in voga nel 2018 e che possiamo ritenere una vera e propria eredità culturale che Roma ci ha lasciato.
 
Quando si trattava di attività ludiche o di intrattenimento, nella maggioranza dei casi, l’Impero Romano coinvolgeva sia i patrizi sia i plebei.
 
Gli antichi Romani avevano una forte passione per il gioco d’azzardo. Quest’ultimo veniva praticato davvero da tutti: donne e schiavi inclusi (tuttavia non si potevano fare giochi misti e le donne non potevano sfidare gli uomini). Dalle corse dei carri o dei cavalli, fino alle prime forme di dadi o di giochi di carte come il Blackjack, a Roma ogni scusa era buona per divertirsi sfidando la sorte. Proprio quest’ultimo gioco, il Blackjack o Ventuno, pare sia nato proprio in questi contesti: i romani scrivevano i numeri su dei blocchetti di legno che sostituivano le carte, ma la sostanza del gioco restava esattamente la stessa. Da adesso in poi, se vi trovate a giocare a blackjack online nella sua versione classica o in modalità demo nei casino che offrono il blackjack gratis, ricordatevi che questo gioco vanta una storia millenaria!
 
Alcuni scavi compiuti nel 2007 intorno a Kibyra, hanno permesso il ritrovamento di un gioco che si sarebbe chiamato Ludus duodecim scriptorum, ovvero il gioco delle dodici linee (o dodici punti). Si giocava attraverso una tavola di pietra suddivisa in 3 colonne che, a loro volta, erano composte da 12 caselle. Il giocatore doveva lanciare i dadi (le tesserae) per poter far muovere in avanti o indietro le proprie pedine; se la pedina si spostava sulla stessa casella di un giocatore avversario, questa avrebbe dovuto ricominciare il percorso nuovamente. Praticamente si trattava della prima forma di Backgammon!
 
Se, invece, siete più inclini alla velocità e amate il rischio, vuol dire che siete più simili a quegli antichi romani appassionati di corse. Lontani antenati dell’attuale MotoGP o Formula1, gli spettacoli di corse romani erano una vera e propria carica di adrenalina per il pubblico. Naturalmente si correva a cavallo e probabilmente è proprio a partire da questa forma di intrattenimento che, successivamente, sono nati i fenomeni legati alle scommesse ippiche.
 
Altri giochi attuali sopravvissuti alla Roma imperiale sono, ad esempio, i Lantrunculli, oggi conosciuti come scacchi, e che venivano utilizzati sulla tabula fusoria (odierna scacchiera), un piano gioco fatto di legno, vetro o marmo e su cui far muovere delle pedine a dischetto o bianche o nere.
 
I romani furono anche gli inventori del famoso gioco oggi noto come “Forza 4” che, nella sua versione antica, a quanto pare, si sarebbe chiamato Duplum Molendinum. L’obiettivo del gioco era allineare quattro pedine in fila lungo le linee del tavolo da gioco in qualsiasi direzione (orizzontale, verticale o diagonale). Si giocava in due, a turno e uno contro l’altro e in totale si avevano 12 pedine per giocatore.
 
Avete presente, poi, il famoso Mosca Cieca? Sì, anche quello proviene dagli antenati romani e si svolgeva esattamente allo stesso modo in cui viene praticato dai bambini del nuovo millennio.
 
Per finire, un’ultima curiosità ha a che fare con degli scavi effettuati intorno alla zona di Brindisi hanno fatto emergere degli esemplari di giochi per bambini che hanno in tutto e per tutto le sembianze dei giocattoli di oggi. Da questi scavi si è evinto che i bimbi romani amavano giocare con i carrettini e con le bambole. I primi potevano essere piccoli o molto grandi: nel primo caso si trattava di una biga che veniva legata a dei piccoli animali come i topi, nel secondo caso era il bambino stesso a guidare il carretto che veniva trascinato da una pecora, da un cane o da un asino. Le bambine, infine, amavano le pupae: vere e proprie bambole con arti snodabili a cui cambiare i vestiti e fornite di mobili per arredare le loro casette in miniatura, proprio come accade oggi!
 
 
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