Costretti a vivere per strada

Mercoledì, 28 Maggio 2014 17:19

Autore: Stefania Curzio

Angela e Fabio senza casa e senza un lavoro

Oggi ci occuperemo della storia della signora Angela e del suo compagno Fabio; una coppia ormai costretta a vivere per strada in seguito ad alcune vicissitudini. Fabio ed Angela, fino a Settembre 2013, hanno una vita normale e regolare: una casa sopra la loro testa, un lavoro che consente loro un mantenimento adeguato. Ma con la fine della stagione estiva, i due entrano in una spirale di eventi che li porterà a perdere tutto quello che avevano conquistato.

Fabio ci vuoi raccontare come si sono evolute le vostre storie da settembre 2013?
''Da settembre 2013, io e la mai compagna, siamo entrati in una spirale di eventi spiacevoli che ci hanno portato a vivere, ormai, per strada. Dopo che abbiamo perso il lavoro, abbiamo dovuto rinunciare anche alla nostra casa in quanto non potevamo più permetterci l'affitto e le bollette. Abbiamo così deciso di occupare uno scantinato, la disperazione ti porta anche a compiere atti del genere, ma i vigili sono intervenuti facendoci uscire. Ci siamo rivolti allora ai servizi sociali, che, grazie anche ad un incontro da noi avuto con il sindaco, hanno provveduto ad inserirci all'interno di una casa famiglia qui a Fiumicino, ma gestivano me e la mia compagna come due insani mentali; le condizioni di vivibilità erano basse, e purtroppo Angela, subito dopo i pasti, si sentiva male. Così, dopo l'ennesimo malore, siamo stati costretti a chiamare l'ambulanza, e far trasferire la mia compagna all'ospedale G.B. Grassi. Dopo alcuni giorni in cui Angela è stata trattenuta per effettuare i controlli di routine, mentre tornavamo alla casa famiglia, ricevemmo una telefonata in cui ci comunicavano che entro un paio di giorni dovevamo lasciare la casa famiglia in seguito ad un'ordinanza del tribunale. Da fine febbraio ora non abbiamo più un tetto dove vivere''.
 
Angela, com'è diventata la vostra vita di tutti i giorni?
''Ovviamente, in seguito ad una serie di eventi del genere, devi avere la forza di reagire e non ti devi lasciare sopraffare dagli eventi stessi. La situazione, però, è ovviamente scomoda. Una vita senza un tetto e senza servizi igenici, è una vita scomoda. Il fatto atroce è che senza un tetto, è difficile anche riuscire a gestire un lavoro, perché dopo che si è finita la giornata lavorativa, ci si deve per forza lavare per il giorno seguente. Io mi sono trovata costretta a dover rifiutare alcune proposte di lavoro proprio per questa ragione; il mio compagno fortunatamente riesce ad arrangiarsi grazie alla sua abilità di giardiniere che gli consente alcuni lavoretti saltuari. Siamo quasi arrivati allo strenuo delle forze, e vedere che a qualcun altro danno un tetto, ed a noi no, è la cosa che ci ferisce di più. Vediamo persone anche non della nostra nazionalità, che ricevono aiuti e case al posto nostro, che siamo cittadini di Fiumicino da almeno 30 anni. Noi quello che vogliamo è semplicemente uno spazio dove poter dormire e lavarci, per potere sistemare la nostra situazione.
 
Fiumicino Online
 
 
 
 
 
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