“Biodiversità agraria, quale futuro?”

Domenica, 22 Gennaio 2012 11:45

Autore: Stefania Curzio

Importanza, conservazione, tutela e valorizzazione
L'Associazione Naturalistica Plinio, ha organizzato, sabato 28 gennaio alle ore 16.30, presso il centro sociale polivalente di Casalpalocco, in Viale Gorgia di Leontini 171 il seminario: "Biodiversità agraria, quale futuro?" Importanza, conservazione, tutela e valorizzazione. Tenuto dal Dott. Mario Izzo, Agronomo Fitopatologo
 
Sono circa 30.000 le specie commestibili in natura. Di questo patrimonio di diversità però solo 30 specie soddisfano il 90% del fabbisogno calorico dell’umanità e 3 da sole – grano, riso e mais – forniscono ben il 60% delle calorie consumate nel mondo. Non si protegge ciò che non si conosce, e dunque ad oggi si stima che i tre quarti della biodiversità presente nei prodotti agricoli sia andata perduta, e con essa un intero patrimonio di conoscenze e tradizioni per il suo uso e conservazione.
Si tratta di un’estinzione silenziosa, per la quale nessuna organizzazione pubblica una “lista rossa” di specie in pericolo, ma che mette a repentaglio il futuro stesso dell’agricoltura così come la conosciamo oggi e dunque il benessere di tutti noi.
Alla conservazione della diversità biologica contribuiscono le 1400 banche del germoplasma nel mondo, fondate con lo scopo di preservare le risorse genetiche delle piante utilizzate dall’uomo e che attualmente contano un patrimonio di circa sei milioni di campioni.  Inoltre, la tutela di moltissime varietà locali è affidata all’opera costante e paziente di agricoltori “custodi” che preservano un patrimonio inestimabile in termini di variabilità genetica, mantenendo in vita – spesso negli orti delle loro case – veri e propri tesori di varietà dimenticate.
Conservare la biodiversità, con particolare attenzione alle varietà native di determinati luoghi, è di fondamentale importanza per assicurare la stabilità dei raccolti, la salute dei terreni e la sostenibilità dei sistemi agricoli. La biodiversità in agricoltura, quel complesso di varietà spesso dimenticate dalla coltivazione su vasta scala e dalle lunghe filiere della grande distribuzione, è la chiave di volta per garantire la sicurezza alimentare dell’umanità, soprattutto dinanzi alle nuove sfide che l’agricoltura deve affrontare ai nostri giorni.
“La conservazione delle varietà locali è per lo più affidata alle cure di una generazione di contadini anziani che non riescono più a trasmettere le loro conoscenze alle nuove generazioni, con il risultato che il loro prezioso sapere va perduto inesorabilmente. Abbiamo il dovere morale di conservare le risorse genetiche dell’agricoltura per le prossime generazioni, poiché una volta perdute, saranno perdute per sempre” afferma il Prof. Esquinas-Alcazar.
Le varietà locali sono il frutto di centinaia di anni di miglioramento tramite selezione da parte delle popolazioni; questo non solo ha permesso di ottenere un ottimale adattamento delle colture alle caratteristiche del terreno e del clima dei luoghi di coltivazione, ma ha anche consentito la produzione di ortaggi in assoluta armonia con l’alimentazione tipica degli abitanti.
In generale quando pensiamo ad un ecosistema, non dobbiamo pensare a qualcosa di statico e immutabile ma dobbiamo tenere ben presente il fatto che aspetti fondamentali che contribuiscono in modo significativo a regolare l’ambiente che ci circonda sono la successione ed il cambiamento. In natura esiste un dinamismo e sotto la spinta dei molteplici fattori ecologici che influiscono su un dato ecosistema, le faune e le flore variano e si succedono ed infine evolvono.
 
 
 
 
 
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