Artrosi e osteoporosi prevenire è meglio che curare

Martedì, 15 Novembre 2011 18:14

Autore: Stefania Curzio

In Italia sono oltre 5 milioni le persone che soffrono di questa malattia “silente”
La Fondazione AILA Onlus combatte artrosi ed osteoporosi, due patologie altamente invalidanti che colpiscono gran parte della popolazione, soprattutto femminile, mercoledì 9 novembre, presso l’Aula Magna dell’Università Sapienza di Roma si è tenuta la decima edizione del Premio AILA (associazione per le lotta all’artrosi e all’osteoporosi) “Progetto Donna”.
“E’ importante sensibilizzare:conoscere queste patologie è il primo passo fondamentale per la prevenzione, così come i corretti stili di vita, attività fisica ed alimentazione.” Così il Prof. Francesco Bove, Presidente della Fondazione AILA, apre la cerimonia di premiazione per il riconoscimento riservato alle personalità di ambo i sessi che si sono distinte per la loro attenzione nei vari settori a favore della donna.
Non rende fragili solo le ossa di chi ne è colpito. L’osteoporosi mina la serenità e la vita intera dei malati, a rischio di gravi fratture che possono essere causate anche da semplici movimenti. In Italia sono oltre 5 milioni le persone che soffrono di questa malattia “silente”, un’insidia soprattutto per l’universo femminile: sono 3,5 milioni le pazienti donne. E in futuro, questi numeri sono destinati ad aumentare: gli italiani invecchiano e l’osteoporosi, insieme all’artrosi, sono in agguato. La parola d’ordine è dunque prevenzione, anche per tenere sotto controllo la spesa sanitaria che altrimenti potrebbe lievitare a livelli insostenibili per le casse pubbliche.
La cerimonia di premiazione è stata preceduta dalla Lectio Magistralis dell’Ammiraglio Susan Blumenthal, ricercatrice americana e celebre esperto mondiale in campo medico e sanitario, stretta collaboratrice di diverse amministrazioni USA, da Bill Clinton a Barack Obama.
“Siamo molto orgogliosi di essere giunti al traguardo della decima edizione del Premio AILA Progetto Donna – afferma il presidente della Fondazione AILA Onlus, Francesco Bove – ma siamo ancora più consapevoli della necessità di non abbassare la guardia e di continuare la nostra opera di prevenzione. In Italia l’osteoporosi colpisce quasi 5 milioni di persone e oltre 3,5 milioni di donne e il trend è in crescita, non solo nel nostro Paese, ma nel mondo intero, soprattutto in relazione con il processo di invecchiamento della popolazione. Attualmente – prosegue Bove – il 19,2% degli italiani è over 65, ma le stime più ottimistiche prevedono che nei prossimi 30 anni la popolazione anziana sarà pari al 30%. E gli ultraottantenni occuperanno una percentuale superiore al 10% del totale. La stessa Blumenthal ha recentemente ricordato come nel mondo, entro il 2050, avremo 2 miliardi di anziani. Per questo dobbiamo prevenire, anche perché, con queste previsioni la spesa sanitaria nazionale non sarà più sostenibile”. Il Presidente Bove si dice inoltre “onorato che il Premio sia ospitato nell’Aula Magna dell’università Sapienza di Roma. Con questa scelta abbiamo voluto sottolineare l’alta importanza che la Fondazione AILA attribuisce e riconosce allo stadio e alla ricerca scientifica”.
Questo è un traguardo prestigioso indetto nel 2002 dalla Fondazione AILA Onlus, presieduta dal Prof. Francesco Bove, riservato alle personalità che si sono distinte con la loro attività a favore della donna e assegnato da una giuria qualificata presieduta da Jessica Veronica Faroni, Vice Presidente della Fondazione AILA. Sono intervenuti il Rettore dell’Università La Sapienza, Luigi Frati e Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia Italiana del farmaco.
Alla fine della premiazione  è seguito il concerto degli “Affetti Collaterali” una band che nasce dalla passione comune per la musica di un gruppo di amici che hanno coltivato negli anni l’interesse per le note e per il sound.
Un  binomio Musica & Salute che non è solo prerogativa del progetto socio-sanitario. “Esiste un movimento a livello internazionale, di cui si è occupato recentemente in America anche la rivista GQ, che si chiama Rock SOS, cioè Rock Stars of Science – spiega il professor Francesco Bove, fondatore e leader degli Affetti Collaterali oltre ad essere affermato chirugo – cioè un insieme di gruppi musicali guidate da persone molto impegnate nel mondo della scienza e della medicina. Non siamo dunque un’eccezione, esistono tante situazioni analoghe in giro per il mondo. Quello che invece è singolare, ed è una lieta sorpresa, è che a Parma, proprio per la lungimiranza dell’Agenzia per la Salute, esista un progetto contenitore con le nostre stesse, identiche, finalità, capace di unire musica e scienza. Io sono un ortopedico, e vi posso garantire che con i corretti stili di vita, come l’alimentazione, si possono prevenire e combattere l’osteoporosi e l’artrosi. Musica, quindi, come strumento innovativo per divulgare messaggi scientifici e favorire la ricerca”
 
Paola Gentili
 
 
 
 
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