A PESCA DI PAROLE #2

Giovedì, 19 Novembre 2015 01:15

Autore: Stefania Curzio

Con la dott.ssa Stefania Quarti indaghiamo sull'etimologia ed il significato di due espressioni della lingua italiana che racchiudono in se un grande significato di libertà ed uguaglianza

di Stefania Quarti

Parità s.f.:il fatto d’esser pari; rapporto di uguaglianza o equivalenza fra due o più cose o persone. Ad esempio, parità di condizioni, di trattamento, di diritti tra cittadini e cittadine.
Negli anni Settanta, in Italia, sono state approvate leggi importanti in tema di parità tra uomini e donne. La Legge 1204 del 1971 sulla “Tutela delle lavoratrici madri” ha introdotto il divieto di licenziamento per le donne dall’inizio del periodo di gestazione al primo anno di vita, e il periodo di astensione obbligatoria nei 2 mesi prima del parto e nei tre mesi successivi. Altra legge importante è la riforma del diritto di famiglia del 1975, grazie alla quale uomini e donne acquisiscono pari diritti e doveri. Ad esempio, la residenza deve tener conto delle esigenze di entrambi; la moglie non è più costretta a seguire il marito, così come le scelte relative all’educazione dei figli e delle figlie vanno condivise tra i coniugi, e la moglie non può essere privata dei mezzi di sostentamento. La legge 903 del 1977 ha introdotto, per le donne, il diritto alla stessa retribuzione dell’uomo a parità di lavoro, e la corresponsione alla donna lavoratrice, degli assegni familiari, delle maggiorazioni per familiari a carico, in alternativa al lavoratore. Sul piano giuridico, quindi, le leggi approvate sanciscono la parità tra i sessi, ma non bastano ad eliminare le disuguaglianze di fatto che ancora sussistono tra uomini e donne, nell’accesso al lavoro, alla carriera o nelle attività e ambiti in cui le donne sono sottorappresentate.
E quindi dal concetto di parità si passa alla nozione di:
Pari Opportunità: Il concetto di Pari opportunità si sviluppa tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta e designa la volontà di abbandonare completamente l’uguaglianza al fine di seguire la logica di pareggiare le condizioni di partenza fra individui rispetto a certi diritti.
La nozione di Pari Opportunità è ribadita anche nella Costituzione italiana, agli articoli 3, 37 e 51. L’art. 51, ad esempio, afferma che “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.”  La necessità di provvedimenti  appositi nasce dal fatto che le opportunità di accesso al lavoro e alla carriera, ad esempio, ancora adesso sono diverse a seconda del genere. Spesso sono le donne ad essere svantaggiate nella ricerca di un lavoro o nella carriera, soprattutto quando decidono di essere madri, o quando si devono occupare dei genitori. Secondo i dati ISTAT il 30% delle donne interrompe il lavoro per motivi familiari, a fronte del 3% degli uomini. Ma non solo, il tasso di occupazione femminile diminuisce in rapporto alla crescita del numero dei figli (dal 60% con un figlio, al 33% con tre figli, secondo i dati EUROSTAT). Per contro, sono gli uomini a non avere le stesse opportunità, ad esempio, nel caso di separazione; pochissimi riescono ad avere l’affidamento dei figli, o, in alternativa, quello congiunto. E allora che fare e, soprattutto quali strumenti usare per riequilibrare disparità ormai inaccettabili? Innanzitutto, dovremmo chiederci se pensiamo veramente che, in una democrazia piena e moderna, una maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro, della politica, dell’economia e, viceversa, degli uomini nella cura e nell’educazione dei figli e delle figlie, sia un valore, e quanto, quotidianamente, ci impegniamo ad apportare quel cambiamento nelle nostre vite e nel nostro ambiente, attraverso la messa in discussione di ruoli che ormai ci stanno stretti e che non giovano né a noi, né a chi ci sta attorno. Dalle parole ai fatti… Due aziende del mantovano che occupano manodopera all’80% femminile hanno attivato progetti sulla conciliazione lavoro-famiglia grazie ad accordi di pari opportunità con il supporto finanziario dell’art.9 Legge 53/2000, che prevedono riduzione di turni e orari per la cura di familiari, flessibilità di orario in entrata e uscita e giornaliero, applicazione del part-time alle lavoratrici e a coppie di lavoratori, tele-lavoro; inoltre, per i periodi di festività natalizie e pasquali è attivo un servizio di accoglienza per i figlie e le figlie in età di scuola elementare, nonché attivazione di nidi aziendali. Risultato? Riduzione dell’assenteismo, aumento della motivazione e soddisfazione oltre ad un forte miglioramento delle relazioni. “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo” diceva il Mahatma Gandhi. E allora… cosa aspettiamo?
 
Alle prossime parole:  discriminazioni e azioni positive
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