"Fiumicino, la mia piccola Cannes": Howard Ross si racconta

Domenica, 21 Giugno 2020 12:39

Autore: Fiumicino-Online

L'attore ama trascorre intere giornate a Fiumicino, preferendo questa località a tutte le altre del litorale romano

di Rosanna Sabella
 
Ore 12.30. Mattinata dura. Perché non fermarsi In Darsena in quella piccola trattoria a conduzione familiare dove si mangia come a casa e si spende pochissimo? Per di più di fronte ad una vista niente male la giornata a Fiumicino, davanti al mare, è splendida oggi.
 
Deve aver pensato la stessa cosa Renato Rossini, in arte Howard Ross, quando ha deciso di sedersi a consumare - come me - una porzione di parmigiana di melanzane e verdura come contorno. Non senza essersi presentato al "pubblico" degli astanti in maniera alquanto insolita. E cioé intonando a granvoce l'aria della Turandot "nessun dorma". Gelo fra i presenti. Il solito pazzo, avranno pensato tutti. Non chi scrive che ha subito notato una cura attenta della persona ed un vestire più che dignitoso - occhiali da sole firmati ed una dentatura perfetta - ad evidenziare che non si trattava certo di un clochard.
 
"Un pò di allegria ci vuole! - esordisce lo sconosciuto cliente - e se la ride della sua boutade.
 
"Bisogna avere il coraggio di essere se stessi" - azzardo dal tavolo opposto al suo.
 
Alziamo i calici e brindiamo alla nuova amicizia. Lui in realtà è Renato Rossini - confessa - in arte Howard Ross, attore e sceneggiatore con alle spalle una filmografia davvero nutrita. E varia, Dal western, ai film del genere cosiddetto peplum (quelli epici, per intenderci) ai thriller.
 
La prima domanda che gli rivolgo - l'intervista fuori programma a questo punto era d'obbligo - riguarda naturalmente le sue origini e la nascita della grande passione per il cinema.
 
"Sono nato nel quartiere della Garbatella, nel cuore della Roma popolana - esordisce Rossini - Non sono figlio d'arte. Mio padre faceva l'operaio e insieme a mia madre, casalinga, doveva crescere sette figli. A quei tempi (parliamo degli anni 50/60) quella era una zona a rischio - ricorda - Non ho mai dimenticato le sassate e le scazzottate con il piccolo boss dell'epoca che chiamavamo Er Nicchietta (sorride). Andavamo a fare il bagno alla Ruota Rossa, una specie di marrana quello era il nostro "mare". Iniziai prestissimo a lavorare per pagarmi la palestra. Mio padre mi voleva operaio come lui o impiegato. Ma a 14 anni lasciai la scuola. Papà mi chiese: si può sapere cosa vuoi fare nella vita? io voglio fare l'attore. Era davvero solo quello che volevo fare. Niente altro. - dichiara - lo sguardo lontano verso un tempo lontano - E cominciai a fare l'imbianchino per guadagnare i soldi necessari ad iniziare la professione. Il padrone, al quale chiedevo continuamente acconti mi disse: ma se vuoi fare l'attore, perché non vai a Cinecittà?".
 
E così fece, il nostro Rossini al quale - qualche tempo dopo - l'agente suggerì di cambiare nome. Allora era trend molto diffuso quello di mutare il nome di battesimo con un nome d'arte americano. Cosi', renato Rossini diventò Howard Ross.
 
"Lasciai il lavoro e andai - racconta Rossini - a Cinecittà allora stavano girando Ben Hur. Le comparse aspettavano fuori di essere chiamate. Io a braccia conserte, immobile, attendevo il mio turno che non arrivava mai. Tutti gli altri erano stati chiamati. Non io. Scavalcai d'impeto il muro che mi separava dal set.
 
"A giovane - fui apostrofato - che voi lavora'? Mettiti i sandali, che numero porti?"
 
"Io: 45! E così mi ritrova improvvisamente nel sogno, vestito da antico romano".
 
Quello fu solo l'inizio di una lunga e varia carriera per il "nostro" che arrivò a lavorare accanto a Vittorio Gassmann ne Il Mattatore e divenne la controfigura dell'attore e culturista Steve Reeves nella saga cinematografica di Ercole e di Ed Fury nella serie di Maciste.
 
La fama arrivò più tardi con I 4 di Fort Apache dove recitava la parte del cattivo e la Battaglia di Neretva sullo sfondo della Jugoslavia di Tito. Poi arrivò "L'uomo che sfidò l'organizzazione" E anche lì lui era il "cattivo".
 
"I cattivi dei film sono sempre i buoni nella vita" ci tiene a sottolineare.
 
Delle relazioni sentimentali nate sul set con primedonne dello spettacolo in Italia e negli States ammette che sì - ne ha avute - ma preferisce non parlarne, Accenna solo ad un'attrice che ha poi preso i voti. Ma non vuole fare nomi.
 
Gli piace Fiumicino. Ne è diventato negli ultimi cinque anni un habitué.
 
"Qui è come essere a Cannes! - esclama - Si sta davvero bene. La preferisco a tante altre località balneari nei pressi della capitale perché è meno affollata, ha l'aria buona, si mangia bene" Allarga le braccia, fa un bel respiro e sorride. 79 anni e non sentirli!
 
"Andiamo a scattare un paio di foto?" propongo. Ed eccolo, in un paio di minuti, tornare re del set, la sua gioia più grande
 
 
 
 
Vota questo articolo
(3 Voti)
Pubblicato in News