Marta Telatin e il buio a colori

Autore: Fiumicino-Online

Venerdì 15 marzo la presentazione del suo ultimo libro “In tutti i sensi”

“Polisensorialità” questo il termine che è diventato uno stile di vita per la poetessa, scrittrice, pittrice e molto altro ancora, Marta Telatin, padovana, trentasei anni, in questi giorni impegnata in tutta Italia per le presentazioni del suo ultimo libro “In tutti i sensi” (Rapsodia Edizioni), giunto alla seconda edizione.
 
Marta non usa solo i cinque sensi per le sue arti e nella vita, bensì ne adopera ventitrè, gli altri ha iniziato a svilupparli già all’età di tredici anni quando, per una malattia, ha rapidamente e ineluttabilmente perso la vista. A differenza di altre persone nella sua situazione lei ha saputo trasformare questa sua disabilità in uno straordinario punto di forza per esprimere sé stessa e le sue capacità. Ha trasformato la sua vita in versi e – come lei stessa ama dire – “in bolle colorate”.
 
"Non che sia filato tutto liscio e che abbia accettato la sua condizione facilmente fin da subito – racconta Marta – ci sono stati tanti momenti di rabbia, tristezza e non accettazione, ma alla fine la poesia dei colori ha inondato la sua vita che è un turbinio di impegni. Marta infatti si divide  tra corsi di “scrittura cre-attiva” all’interno di scuole, associazioni e nella Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova, corsi focalizzati sul recupero dell’ascolto del proprio corpo, delle sensazioni tattili, istintive ed emozionali, da rendere tangibili attraverso la traduzione in parole. Prende parte a reading poetici interattivi, sempre incentrati sulla sensorialità, collaborando con diversi musicisti".
 
Marta legge e scrive tantissimo. Ma come si fa a leggere e scrivere da non vedenti?  “Quando ho perso la vista ho dovuto imparare il braille ma se lo impari a tredici anni il tatto non è sviluppato e sensibile come a sei e la preparazione che può avere un bambino cieco dalla nascita è diversa – spiega la Telatin - Scrivevo in braille con un'apposita macchina da scrivere o con un aggeggio tecnologico che poi stampava il tutto in "nero" ossia nel formato leggibile ai vedenti. Studiavo e leggevo con le audiocassette che non sempre erano registrate con voci espressive. Poi finalmente la tecnologia si è evoluta ed è arrivato il pc con la sintesi vocale. Oggi faccio tutto con la sintesi: un programma che legge quello che scrivo o i libri che acquisto in ebook . Io sono per i libri in carta ma per noi non vedenti l'ebook è stata una grande conquista. Posso leggere l'ultimo libro del mio scrittore preferito appena esce in libreria come tutti voi! Comunque il braille lo uso ancora ogni tanto se devo mettere un'etichetta a qualcosa, ma il computer e il cellulare con il voiceover mi hanno cambiato la vita. L'accessibilità è cambiata”.
 
Comincia/ad allenare i sogni/e a brucare l’arcobaleno/lasciati investire/dal possibile impossibile – scrive Marta in uno dei suoi libri di poesie dal titolo “L’allenasogni” - Bastano un'altalena, tutti i sensi che pensate d’avere, una scorta di fantasia e infinito, una distesa di emozioni in fiore ma soprattutto una buona dose di voglia di realizzarli per continuare a sognarne di nuovi.
 
E Marta Telatin di sogni ne ha realizzati parecchi: si è laureata in Scienze della Comunicazione, ha conseguito la laurea magistrale in Sociologia e, poco dopo, il diploma di Master in Criminologia Critica, Sicurezza Sociale, Devianza, Città e Politiche di Prevenzione presso l’Università degli Studi di Padova. Quindi ha seguito un corso di formazione sulla Comunicazione nei Media. È stata poi consigliera dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Padova per dieci anni. Ha pubblicato: “Con-fini-dell-anima (in-versi)” (Ibiskos, 2010), “Il caleido-scoppio dei pensieri” (Ibiskos, 2011), “Il lupo e la luna” (Galassia Arte, 2014), l'antologia “Una traMa di Talenti” (2014, Rapsodia Edizioni), “Il luna baci” (Miraggi Edizioni), “E’ tutta colpa del tiramisù. Alcune sue poesie si trovano anche nelle due antologie corali “Chorus” (Ibiskos, 2012) e “Viaggi di Versi” (Pagine, 2013). Sempre per Rapsodia Edizioni, pochi mesi fa esce il libro “Tutta colpa del tiramisù”, e se chiediamo a Marta di cosa parla il libro lei ci dà una ricetta: “Esistono tiramisù di tanti generi, tiramisù caleidoscopici creati con ricette  impossibili e fatate, tiramisù che realizzano miracoli e possono trasformare orizzonti, tiramisù che regalano felicità e cambiamento e tiramisù che possono anche sintonizzarsi con il cuore. Poi ci dà la ricetta: aprite un mappamondo a metà, versateci il contenuto di quattro pianeti e un asteroide, preferibilmente il B-612. Poi amalgamate il tutto con cinque cucchiai di zucchero di stelle. Appena tutti i granelli si scioglieranno versateci dentro cinquecento grammi d’amore cremoso e montate a neve di luna cinque arcobaleni. Dovrete mescolare il tutto in senso antiorario dalle fusa del vostro gatto. Se non avete un gatto … procuratevelo! Quindi inzuppate una scatola di biscotti d’immaginazione nella realtà di caffè e spolverate il tutto con un po’ di resilienza al caco. Ora sì che sarà tutta colpa del tiramisù…!”
 
Ma veniamo a quest’ultimo meraviglioso “In tutti i sensi” in cui Marta Telatin racconta sì le difficoltà incrociate nella vita e le sue arrabbiature, ma nei vari capitoli che hanno tutti il nome di un colore, Marta racconta anche le sue esperienze e quelle dei suoi allievi dalla loro viva voce, durante i laboratori nelle classi delle scuole medie e come, superato il primo imbarazzo, i ragazzini apprendono da lei cose semplicissime, ma assolutamente sconosciute, come il capire di che colore sono loro stessi in quel preciso istante, oppure imparare a dare forma e colore ai loro sogni o alla paura, a sbarazzarsi degli incubi ma anche dei preconcetti, disegnando o scolpendo la creta o danzando, bendati. I ragazzi si divertono tantissimo e la adorano, amano la sua ironia (Marta sa essere molto divertente) e i curiosi esercizi che lei gli insegna, la scoperta del senso del vento, del mare e dell’infinito, tirando fuori lati e colori di ognuno rimasti prigionieri semplicemente perché nessuno aveva insegnato loro che oltre al tangibile c’è anche un mondo che per divenire tangibile va liberato dall’interno. Marta Telatin sa essere talmente carismatica e affascinante che persino Michele, il professore di lettere che coordina quei laboratori, si innamora di lei, colorando di un bel rosa l’epilogo del libro.
 
Ma qual è tra le sue attività quella che Marta preferisce? Scrivere poesie, raccontare storie, dipingere tele o insegnare?  “Io non ho un qualcosa che preferisco perchè tutto quello che faccio contribuisce a formare quella che sono: un caleidoscopio come piace definirmi. Porto tutto quello che faccio e tutta quella che sono sempre con me quindi non è che Marta poetessa smetta di dipingere o di fare i laboratori sensoriali... o non è che se dipingo smetto di fare poesia. I laboratori vogliono appunto trasmettere poesia, colore e sensi: la sintesi! In questi giorni poi sto cercando di creare dopo l'oroscobaleno, una rubrica che uscirà il mercoledì, sempre sulla mia pagina Facebook, dove scriverò i momenti belli di tutte le persone (quelle che mi scriveranno) questo per spiegare che la mia è proprio una voglia immensa di far allenare il senso della bellezza!”.
 
Per dipingere Marta racconta che non ha messo nessuna scritta in braille sui barattoli dei colori. Semplicemente ne tira via il coperchio e prende a caso i colori mescolandoli sulla tela. Le tele diventano poi quadri tattili perché lei usa parecchio colore, cosicchè le opere si possono guardare con gli occhi e col tatto. Lei dice che è l’osservatore a dargli un titolo personale e che l’idea è di lanciare colore addosso a chi li guarda.
 
Una delle sue frasi preferite è “ Io se ci vedessi per colorare perderei la vista”. E in effetti, a guardarli, i suoi quadri esprimono tutta la sua prorompente vitalità, l’energia, la forza motrice, la sua vulcanica voglia di vivere e di fare tutte le esperienze possibili. E provare a farne anche di impossibili.