La "Carmen"

Autore: Fiumicino-Online

Domenica sera al teatro Storchi e lunedì 25 al Teatro Fraschini

di Manuela Minelli

La “Carmen”, balletto in due atti per la regia e la coreografia di Amedeo Amodio, debutterà sabato sera al Teatro Storchi di Modena, per proseguire poi la tournèe al Fraschini di Pavia lunedì. La bella e trasgressiva gitana Carmen, sarà impersonata dalla magnifica ètoile Eleonora Abbagnato,  che a soli ventidue anni divenne Première Danseuse all’Operà di Parigi, interpretando le creazioni dei più grandi maestri della coreografia come Roland Petit, Pina Bausch, William Forsythe, John Neumeier, che la prediligono per la sua versatilità e intelligenza interpretativa e che lo scorso aprile è stata nominata Direttore del Teatro dell’Opera di Roma.
Le scenografie e i costumi sono di Luisa Spinatelli, mentre la musica di Bizet è adattata da Giuseppe Calì.
Il regista Amedeo Amodio ha rivoluzionato la storia della bella zingara cinica e sensuale, donna libera, martire, simbolo del femminismo, la Carmen  appunto, protagonista del romanzo di Prosper Merimèe, partendo dal finale. “Ah, Carmen! Ma Carmen adorée!”. Sulle ultime note dell’opera si chiude il sipario. In palcoscenico iniziano a smontare le scene. A poco a poco il personale e quanti altri hanno assistito allo spettacolo da dietro le quinte, vengono catturati dai fantasmi del dramma appena trascorso e, man mano, un gesto, una frase, uno sguardo li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi, per puro caso. Sarà, dunque, per puro caso che Don José incontra Carmen, che rappresenterà per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello della morte. A questo punto è tutto stabilito, meno il percorso o labirinto dei due destini ormai indissolubilmente legati. Così si potranno creare accostamenti scenici imprevedibili e surreali, ma sempre volti verso un’unica fine. Sarà comunque Carmen, profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento finale, a condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte. La scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto, fino a rimanere nel momento finale completamente scarna, desolata ad esprimere la “solitudine tragica e selvaggia” di una donna che cerca di affermare il proprio diritto all’incostanza.
“Si dice che nell’attimo della morte tutti i momenti importanti della vita riaffiorino per rendere presente ancora una volta ciò che sta per essere irrimediabilmente perduto – spiega Giuseppe Calì -  soprattutto le grandi emozioni, i momenti d’amore, ritornano a celebrare se stessi in un ultimo anelito di attaccamento alla vita o a ciò che di essa ha rappresentato l’essenza.
Carmen vive una tragedia, quella di chi non può sopravvivere alle proprie trasgressioni ed anche la musica, a suo tempo, è stata sentita come trasgressiva e forse quasi blasfema; un flusso incontrollabile di sensualità portato nel luogo più borghese e meno trasgressivo della società tardo ottocentesca : il teatro. In questo lavoro di adattamento ho voluto restare il più fedele possibile all’originale di Bizet, mantenendo i brani delle suites già esistenti ed adattando le parti vocali nel modo più conforme possibile alla partitura dell’opera.
Solo alla fine, quando la tragedia diventa nostra, e di qualsiasi epoca, la musica di Bizet ritorna in forma di ricordo, uno sguardo sul passato, ed il dramma della cancellazione si consuma, si racconta e si trasforma nella musica in forma di esalazione progressiva dal suono al silenzio; un abbandono del tempo fino all’immobilità più totale”.
In questo innovativo spettacolo della Carmen, prodotto da Daniele Cipriani, il protagonista maschile sarà Amilcar Moret Gonzales, affiancato da Silvia Accardo, Giovanni Castelli, Giorgia Calende, Giacomo Luci, Michela Colino, Virginia Giovanetti, Marco Marangio, Gloria Malvaso, Valerio Marasca, Flavia Morgante, Nicolò Noto, Susanna Salvi, Michele Satriano, Giovanni Perugini e Valerio Polverari .
“Nella nostra visione progettuale questa Carmen doveva poter agire in un rinnovato contesto che ha portato alla scelta dello spazio vuoto, con la sua astratta magia, quale contenitore attivo dell’evento drammatico – racconta la scenografa e costumista Luisa Spinatelli -  Spazio vuoto, filtrato attraverso un diaframma semitrasparente, che ripropone una realtà (il palcoscenico vuoto) solitamente nascosta allo spettatore. Alla visione di questo spazio si arriva attraverso un altro filtro che evoca simbolicamente il rosso del sipario d’opera. Dietro a questo sipario si è appena conclusa la tragica fine di Carmen, si smonta lo spettacolo e si ricompone una nuova situazione che, ricordando le parole di Merimée (“l’energia, anche se spesa in passioni funeste, suscita sempre stupore e una specie di ammirazione involontaria”), consentirà ad Amedeo di esprimere, attraverso forme e colori, l’essenza della sua visione poetica mediante le figurazioni che la danza suggerisce. Il mio apporto alla creazione di questo spettacolo si è, così, circoscritto all’individuazione di fogge per i personaggi che nella modernità del contemporaneo trovassero la loro ragione d’essere. Il supporto scenografico è pertanto affidato all’essenzialità del vuoto che acquista significato solo nelle sequenze dell’azione coreografica”.
La siciliana Eleonora Abbagnato, moglie del calciatore della Roma, Federico Balzaretti, e mamma di due magnifiche figlie, sebbene straordinaria étoile riconosciuta in un tutto il mondo, ha un curriculum dalle mille sfaccettature artistiche. Scoperta da Karl Lagerfield e legata alle star della moda Dolce & Gabbana, ha affiancato Bonolis nella conduzione del Sanremo 2009, e nello stesso anno è stata l’interprete del video di Vasco Rossi “Ad ogni costo”.Sempre nel 2009 ha pubblicato per Rizzoli la sua autobiografia “Un angelo sulle punte”, arrivata oggi alla terza edizione, in cui racconta il suo straordinario percorso costruito con entusiasmo e tenacia che “l’ha portata proprio dove voleva essere”.  E per chiudere in bellezza quest’anno fortunato, Eleonora Abbagnato corona il sogno di ballare al concerto di Capodanno di Vienna trasmesso in mondovisione, con i costumi creati appositamente per lei da Valentino.
Nel 2010, con un decreto, il Presidente Sarkozy  la nomina “Chevalier dans l’ordre national du mérite” per ricompensarla del suo impegno al servizio dell’Opéra e della Francia ed il mese scorso è stata nominata Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.