Futsal, il campione appende gli scarpini al chiodo

Giovedì, 08 Maggio 2014 12:29

Autore: Matteo Fasano

La nuova vita di Alessandro Rufo: "Collaboratore tecnico di Mister Sannino? Un onore"

Lascia da campione. Come solo i grandi sanno fare. Con l’ennesimo trofeo in bacheca, l’ultimo di una carriera lunghissima, piena di riconoscimenti.
Alessandro Rufo appende gli scarpini al chiodo, dopo aver vinto tutto. Coppa Italia di A, due campionati di A2, due in serie B, una Coppa Lazio di C1 e quella finale scudetto, lo scudetto dei grandissimi, persa in finale. Lascia con la coccarda tricolore sul petto, dopo aver accompagnato la Futsal Isola nel calcio che conta, averla presa per mano, vinto nella sua Fiumicino. A 36 anni passa dall’altra parte della barricata, da giocatore ad allenatore, per ora in seconda. Una nuova avventura, al fianco di mister Sannino: “Si è aperta questa opportunità e ho accettato immediatamente - sottolinea Rufo - era il momento giusto per smettere e intraprendere questa avventura, lo faccio con tantissimi stimoli e in una società sana, che vuole crescere ed è ambiziosa. Ringrazio i presidenti, mister Sannino, tutto lo staff tecnico che mi ha dato questa opportunità. Ci metterò tutto il mio entusiasmo”.
Sarà dura, Rufo lo sa: “Da giocatore riesci a smaltire l’adrenalina, da allenatore no. Per me sarà un’avventura totalmente nuova. Farò del mio meglio. Entro in punta di piedi, sperando di poter mettere a disposizione la mia esperienza da giocatore. Non vedo l’ora di iniziare”. L’A2 un’avventura nuova per tutti, non per lui: “Sarà dura ripetere la stagione di quest’anno. Ma lavorando sodo sul campo spero riusciremo a fare una stagione soddisfacente. L’A2 è un altro mondo, un’altra categoria rispetto alla B. Ci sono squadre preparatissime, stranieri fortissimi, campi caldi, dovremo farci trovare pronti e al massimo”. Lasciare da vincere, roba per pochi: “Il campionato di quest’anno è una gioia incontenibile. Vincere quando gli obiettivi erano altri ha un sapore unico. Ci siamo ritrovati a tre giornate dalla fine a crederci. La vittoria a Colleferro è stata determinante. Il pubblico ha influito moltissimo. Vedere quell’entusiasmo, gente che piangeva è qualcosa di unico, che ti rimane dentro per sempre, emozioni e immagini che potrai raccontare per tutta la vita. Una vittoria che rimarrà per sempre nella storia, per come è maturata, per come è nata, per gli sfottò che ci sono stati, qualcosa di magico e per questo ancora più bella e unica”. Ora l’allenatore: “Mi metterò a disposizione del mister cercando di imparare il più possibile. Futuro? Credo che tutti si augurino un giorno di poter allenare in A1 e vincere qualcosa di importante. Ma io ancora devono iniziare, non ho tempo per sognare. Devo lavorare sodo. Ne riparleremo fra qualche anno”. Campione in campo e nella vita. Finisce un ciclo, se ne apre un altro.
 
 
 
 
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