Non e' ancora domani (La Pivellina)

Giovedì, 26 Gennaio 2012 18:46

Autore: Maria Grazia De Vellis

L'Associazione culturale L'Albero presenta "Cinema per noi"
Quest'anno la rassegna stampa "I bambini nel cinema" inizia con la proiezione di Non e' ancora domani (La Pivellina), che verrà proiettato venerdì 27 gennaio alle ore 21.00, presso il Centro Civico in via del Buttero 3, a Maccarese.
 
Abbandonata in un parco, Asia, una bambina di due anni viene trovata da Patti, una donna che vive insieme al marito in una roulotte a San Basilio, alla periferia di Roma, all'interno di una comunità di circensi. Con l'aiuto di Tairo, un ragazzino loro vicino di casa, Patti inizia a cercare la madre della bambina e, nel frattempo, le dona affetto e una nuova casa...
Tizza Covi e Rainer Frimmel, autori dei pluripremiati film "Babooska" (2005) e "Non è Ancora Domani (La Pivellina)" (2009): due cineasti che continuano la tradizione del "cinema-verità" italiano, ma anche ispiratori di una nuova forma di cinema lontano dalla volgarità e dagli stereotipi che "mescola" l'ironia alla realtà della vita quotidiana.
 
Simone Pinchiorri: Partiamo da "Babooska", documentario da voi realizzato nel 2005, sulla vita di una famiglia circense, sulla lotta quotidiana per l’esistenza di nomadi moderni in Italia. Cosa ha attinto "La Pivellina" da quella vostra opera?
Tizza Covi e Rainer Frimmel: “La Pivellina” è legato a "Babooska" liberamente solo alla sceneggiatura. Come nel nostro precedente film abbiamo cercato di non adattare troppo la realtà alle nostre idee, ma ad essere pronti a tutto ciò che accade mentre giravamo. Abbiamo continuato di lavorare nel nostro mini-team di due persone, girando in S-16mm e abbiamo dato la parte dei protagonisti principali a Patti e Walter, ai quali "Babooska" avevamo dedicato solo pochi minuti di presenza.
Simone Pinchiorri: Il vostro è un cinema che racconta gli "umili". Come mai questa scelta? Cosa rappresentano per voi nel mondo moderno?
Tizza Covi e Rainer Frimmel: Ad un prima osservazione dei nostri film i personaggi sembrano dei veri e propri "umili", ma sono molto di più. Rappresentano anche la capacità di restare flessibili, un´abilità che il mondo moderno esige.
Simone Pinchiorri: In "La Pivellina" raccontate un mondo ai margini della società imposta dai "mass media" basata sull'apparire, dove i rapporti umani sembrano solo un contorno alla vita reale. Si può considerare il film come un monito per la società futura a ritornare ai veri valori umani e di convivenza civile?
Tizza Covi e Rainer Frimmel: L´idea che questo modello sarebbe trasferibile ad una società futura é molto idealista e purtroppo poco realista...
Simone Pinchiorri: Vi siete ispirati al cinema di Pasolini per la realizzazione di questo film?
Tizza Covi e Rainer Frimmel: In parte sì. Film come "Mamma Roma" e "Accatone“ di Pasolini hanno influenzato moltissimo il nostro lavoro.
Simone Pinchiorri: Nella vostra opera emerge, oltre alla grande umanità, anche il rapporto adulti/bambini. Cosa avete voluto mettere evidenziare di questo aspetto?
Tizza Covi e Rainer Frimmel: Il tema principale che vogliamo sviluppare nelle nostre opere è l'importanza dell'infazia.
 
 
 
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Pubblicato in Spettacolo