Sversamento oleodotto: danno ambientale incalcolabile

Domenica, 25 Gennaio 2015 20:41

Autore: Erica Fasano

Velli: "I responsabili paghino per questo disastro eco ambientale che è il più grave nella storia del Comune di Fiumicino"

Il 21 gennaio si è svolto il Consiglio Comunale straordinario per trattare la questione degli sversamenti di cherosene dall’oleodotto ENI nella zona Nord del nostro Comune, che si sono verificati lo scorso 6 e 7 novembre e che hanno versato in pieno territorio di Riserva del Litorale almeno 30.000 Litri di carburante per aerei.
 
"Sono morti tantissimi animali, l’acqua e il suolo sono stati gravemente inquinati, le coltivazioni sono state messe a rischio, il danno ambientale che ne è derivato è incalcolabile e ci vorranno almeno una ventina di anni per ripristinare almeno parzialmente l’ecosistema - lo dichiara Fabiola Velli, Consigliere Comunale MoVimento 5 Stelle - da allora abbiamo lavorato in sinergia con le associazioni locali e con i cittadini, con i portavoce M5S nazionali e regionali, l’ufficio stampa della Camera e le rappresentanze comunali dei Comuni limitrofi per far si che i responsabili paghino per questo disastro eco ambientale che è il più grave nella storia del Comune di Fiumicino.
Si tratta di un lavoro meticoloso, una grande quantità di relazioni, rapporti e leggi da studiare per riuscire a capire cosa è successo, quali sono effettivamente le conseguenze, quali risarcimenti poter chiedere e con che modalità".
 
"Secondo quanto spiegato dagli ingegneri ENI - sottolinea Velli - da qualche anno a questa parte i furti agli oleodotti si sono verificati in misura sempre maggiore su tutto il territorio nazionale, per cui ENI stessa ha messo a punto un sistema di antifurto a vibrazione, che però non è ancora stato applicato alla condotta Civitavecchia-Fiumicino, controllata solamente attraverso il monitoraggio della pressione nei tubi e con il pedonamento (ossia personale a piedi che controlla fisicamente l’oleodotto ogni quindici giorni). In seguito agli sversamenti, l’amministrazione Comunale e la Capitaneria di Porto hanno inviato ad ENI una diffida congiunta, mentre ENI ha sporto denuncia per furto contro ignoti. In seguito alla denuncia della stessa ENI la Procura di Civitavecchia ha aperto una indagine che ha portato al sequestro dell’oleodotto ENI Civitavecchia-Fiumicino, in quanto considerato poco sicuro".
 
"Al Consiglio straordinario del 21 gennaio, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti dei Comuni limitrofi interessati, quali Civitavecchia, Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella e Roma Capitale, nonché i rappresentanti di ENI, ADR, SERAM e Raffinerie di Roma, è stato fatto il punto sull’intera vicenda, sotto diversi aspetti - ribadisce La consigliera del Movimento 5 Stelle Fiumicino - è stato confermato che il prossimo 10 febbraio verrà convocata la prima riunione dell’apposita Conferenza dei Servizi e verrà istituita una Commissione Straordinaria permanente, formata dai rappresentanti dei Comuni interessati, con il compito di monitorare e vigilare che ENI e Raffinerie di Roma relazionino settimanalmente sulle modalità di rifornimento del jet fuel agli aerei nonché sull’avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza con sistema di allarme vibroacustico dell’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino. Ho chiesto di poter far parte di tale Commissione nonché della Conferenza Straordinaria dei Servizi per poter essere sempre al corrente degli sviluppi della situazione".
 
"Ad oggi - aggiunge Velli - i responsabili ENI hanno affermato che l’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino posto sotto sequestro ed attualmente non in uso, è stato riempito di azoto allo stato gassoso. In alternativa il rifornimento di jet fuel all’aeroporto viene effettuato in collaborazione con Raffinerie di Roma ed in casi di maggiore necessità con l’ausilio di autobotti provenienti dal deposito di Pomezia. Bisogna tenere conto che il kerosene non arriva direttamente in aeroporto ma viene stoccato in un deposito a Pantano di Grano (nelle vicinanze), e solo in un secondo tempo inviato al deposito aeroportuale di SERAM. Il breve tratto di condotta che va da Pantano di Grano a SERAM, è già stato messo in sicurezza da ENI, che lo ha dotato di allarme vibro acustico. Quello che è importante notare è che se prima il deposito di Pantano di Grano veniva rifornito tramite l’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino, attualmente viene rifornito da Raffinerie di Roma tramite l’oleodotto sottomarino che parte dalle 2 Torri a mare poste davanti al lungomare di Isola Sacra e che viene a sua volta rifornito con navi petroliere. Gli ingegneri ENI hanno ammesso di aver considerato la possibilità di non utilizzare più l’oleodotto Civitavecchia-Roma, ma di passare definitivamente all’utilizzo della tratta sottomarina, previa risistemazione delle due piattaforme a mare di fronte a Fiumicino, il che sarebbe perfettamente coerente con il progetto del nuovo porto commerciale che andrebbe a snaturare completamente tutta la zona vecchia di Torre Clementina nonché a causare una gravissima erosione costiera lungo tutte le nostre coste".
 
"Infine, per dare un contenuto concreto alla riunione del Consiglio al di là delle solite promesse, ho chiesto, sia tramite il mio intervento in aula sia depositando una Interrogazione Scritta, all’amministrazione comunale di applicare i cosiddetti Canoni patrimoniali non ricognitori. Si tratta di un corrispettivo a titolo di indennizzo che il Comune ha il diritto di chiedere a tutte le aziende private che utilizzano il suolo e sottosuolo comunale per scopi commerciali, come stabilito dall’art. 27 del D.lgs 285 / 92. Trattandosi di una tassa che non grava sul cittadino ma sulle aziende private che 'occupano' il territorio comunale, è evidente che una simile entrata, soprattutto nel nostro Comune che ospita numerosi impianti privati, può rappresentare una fonte di entrate importante per le casse comunali, oltre che il giusto compenso ad usare il suolo comunale per scopi privati. Tale canone è già stato applicato in altri Comuni, come Pomezia e Civitavecchia, ma è prima necessario verificare gli atti di concessione rilasciati nel tempo dagli uffici comunali e la esatta mappatura, per poter conoscere la situazione precisa dell’occupazione del sottosuolo pubblico e chiedere quindi i giusti compensi. E’ inoltre necessario dotarsi di un Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS), come previsto dalla normativa vigente. Naturalmente - Conclude Fabiola Velli - vi terrò aggiornati sugli sviluppi e con l’occasione vi ricordo che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i cittadini, magari esperti di edilizia e bilancio, che abbiano voglia di aiutarci a rendere migliore il nostro Comune".
 
 
 
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