Sport, Tasciotti: "Espressione di una creatività che sta diminuendo sempre di più"

Giovedì, 26 Novembre 2020 20:01

Autore: Fiumicino-Online

Le riflessioni del Professore sull'importanza dell'attività sportiva nei giovani

di Rosanna Somma
 
Sport, diritto alla partecipazione e diritto al gioco come momenti necessari della vita e dello sviluppo psicofisico dei giovani.
 
Il tema caro al prof. Roberto Tasciotti, ritorna sempre in prima linea, soprattutto a seguito del delicato momento storico in cui l'intera società si trova a dover fare i conti verso un Virus che ha condizionato e 'plasmato' sul distanziamento le vite di tutti, soprattutto quelle dei ragazzi, con importanti ripercussioni.
 
Ma, nell'attesa che il Covid-19 diventi presto un doloroso ricordo, Tasciotti riporta alla luce alcune sue riflessioni passate che possono essere rilette in chiave attuale e pensate per azioni future.
 
"Ho voluto proporre questa relazione, quando ero Preside della scuola media statale 'Porto Romano' di Fiumicino, svolta nel 1999, dai contenuti ancora attualissimi, per tracciare dei profili storico-culturali ancora oggi da esplorare e, credo interessanti per una lettura mirata a trasformare, in azioni di progresso, il nostro cosmo sociale", spiega Tasciotti proponendo la sua relazione alla Camera dei Deputati, in occasione dell'incontro che si svolse il 19 novembre 1999.
 
"Per me è un grandissimo onore poter relazionare a nome di una delle tre commissioni che ieri ha lavorato alacremente, in un Convegno interessantissimo organizzato dalla Regione Lazio, nello specifico dall’Assessorato alla qualità della vita. Ecco, sono emersi alcuni punti, che oggi vorrei riprendere e che hanno visto impegnati i responsabili del CONI, del mondo della scuola, della cultura e degli enti promozionali. Detto questo, mi appresto ad illustrare quanto è emerso dai lavori della Commissione, riportando i contenuti delle relazioni svolte ieri dal Provveditore agli studi, dall’Assessore del Comune di Roma, da varie associazioni del volontariato e da chi vi sta parlando. Abbiamo evidenziato due grandi diritti in tema di sport:il diritto alla partecipazione e il diritto al gioco. Questi sono i due grandi diritti che possono essere estrapolati dalla pratica sportiva e dalle attività motorie.
 
Quindi, il recupero del gioco come grande momento di fantasia, grande crescita culturale, ma anche espressione di una creatività che, purtroppo, sappiamo sta diminuendo sempre più. Pensate che in Italia su 10 brevetti ben 8 sono importati.
 
Si pone allora la necessità di avere giovani che abbiano una forte competenza, possiamo definirla una capacità di andaroltre i confini.
 
Lo sport può aiutare i giovani anche ad acquisire una grande forza interiore. Oggi esistono grandi difficoltà nel pianeta giovani, tra cui quella di misurarsi, di confrontarsi con il resto della società.
 
Una delle tesi che ormai aleggia nel mondo occidentale è la sempre maggiore tendenza all’evento depressorio, ossia a chiudersi in sè stessi, oppure, dall’altra parte, attraverso un elemento che chiamerei elemento magico, a fare ricorso a sostanze stupefacenti.
 
Noi crediamo che lo sport possa riattivare tutta una serie di comportamenti, tipici della specie umana, come l’avventura, ilrischio, la fantasia, l’esplorazione, che possono effettivamente anche sostituire tutti questi eventi che noi definisco magici, legati anche all’uso di certe sostanze che poi sono legate anche a quei super poteri evocati nelle fiabe, ed in tanti racconticinematografici.
 
Spesso traspare un vuoto esistenziale, causato da un’economia consumistica, narcisistica, ma senza narciso, che pone in evidenza la sottocultura dell’avere e non la cultura dell’essere.
 
Innanzitutto, sarebbe auspicabile ridisegnare una politica della formazione professionale di coloro che si occupano di educazione motoria, al fine di evitare l’esaltazione di quei criteri selettivi che caratterizzano lo sport d’élite, che poi risulta spesso nocivo, inteso cioè solo come immagine.
 
Noi crediamo che il nostro Parlamento debba anche denunciare a livello europeo, a livello mondiale, il grave fenomeno per cui vi sono persone che in ambito sportivo, e non solo, debbano essere super pagate, mentre nel mondo esistono 800 milioni - 1 miliardo di persone che muoiono di fame.
 
Credo che in tutto il mondo ci debba essere questo sussulto, altrimenti veramente non si sa più quali siano i veri valori.
 
Come possiamo dire a un giovane studia, quando leggiamo che c’è una bambina di 13 anni che viene assunta come modella a cinque milioni al giorno. Un altro diritto che noi reputiamo importante è il diritto di saper perdere.
 
La preoccupazione di molti bambini è di arrivare secondi, tradotto significa, nell’immaginario di questo bambino: non corrispondere alle aspettative degli adulti. Tale stato mentale può spesso creare forti disagi. Ecco, anche questo, credo che sia un sano diritto, quello di saper perdere. Perché è nella sconfitta che cresce il conflitto, la frustrazione, ma anche il superamento di essa. Senza frustrazioni una specie si estingue, questo abbiamo voluto sottolineare.
 
Ultima cosa, riguarda il nostro impegno, che è un impegno regionale e segue la scia delle iniziative che anche il governo ha intrapreso da alcuni anni, come il patto per il lavoro del settembre 96, il patto di Natale sull’occupazione e la formazione, il Master Plan sul problema della ricerca e dell’investimento nel campo della ricerca stessa.
 
Risulta quindi fondamentale saper creare un sistema formativo integrato. Tutti i soggetti interessati, Enti locali, CONI, Enti promozionali, Scuola, Università, possono così creare un progetto di vita dei giovani che parte sin dalla nascita e si protrae fino a quella che è ormai detta la politica della formazione permanente; diventa cioè importante la presenza di una formazione culturale motoria nel nostro futuro, anche perché è giusto passare una vecchiaia serena, e dignitosa anche dal punto di vista fisico; credo questa essere una cosa importantissima.
 
Vorrei ora sottolineare un ultimo elemento: è importante che i nostri ragazzi accanto ai diritti comprendano anche i doveri loro imposti, ad esempio il dovere allo studio, apprendere non è soltanto un diritto, è anche un dovere.
 
Indubbiamente svolto in ambienti psicologici e fisici adatti a sviluppare il pensiero critico, l’impegno, la creatività. Un ambiente che sappia accendere i riflettori sulla capacità di ascolto, sull’empatia e non lasci alcuno indietro.
 
Su questo credo che nel nostro Paese si debbano cominciare a rivedere alcune politiche educative, formative. Le riforme devono partire dal basso dai bisogni, dalle esigenze inespresse degli attori della narrazione nel grande mondo della Scuola e dello Sport, al fine di poter dare ai nostri giovani una certezza per il futuro e non una visione illusoria della vita".
 
 
 
 
 
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