La burocrazia, un ostacolo per lo sviluppo economico

Giovedì, 22 Giugno 2017 15:34

Autore: Erica Fasano

L'Italia, il Paese dei nodi, dei vincoli, della burocrazia legislativa e della burocrazia di fatto

Si può dire che più è grave la crisi economica, più numerosi sono quelli che intervengono per spiegarne i motivi, le ragioni profonde.
Molti nostri economisti, intervistati, provano a spiegare perché la crisi ha colpito cosi duramente l'Italia, ma non spiegano perché non accenna a passare, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei.
Tutte le spiegazioni che vengono fornite, alcune autorevoli e apprezzabili su un piano teorico, non colgono i motivi che hanno prodotto questa moderna peste, che tante sofferenze economiche e sociali ha già prodotto; ma non spiegano  perché l'Italia non riesce a trovare l'antidoto per tirarsene fuori.
Se stiamo cosi un motivo ci deve essere. A nulla vale nascondersi dietro i soliti luoghi comuni. Riconosciamolo: il nostro Paese è diventato il paese dei nodi, dei vincoli, della burocrazia "legislativa" e della burocrazia di fatto. Le LEGGI servono, eccome, quando indicano alla collettività cosa va fatto, cosa bisogna evitare di fare etc..
Quante leggi e leggine invece vengono "sfornate" quasi per mettere toppe. E questa abnorme produzione di norme accresce il numero già spaventosamente elevato di vincoli e nodi. Ogni cittadino, in ogni atto che compie, per ogni richiesta che fa, cade inesorabilmente sotto i nodi della nostra organizzazione  burocratica.
 
Le conseguenze più nefaste, più negative, più deprimenti, colpiscono coloro che svolgono o vorrebbero svolgere attività economiche. Tempi biblici per ottenere le richieste autorizzazioni. Persino nella ricostruzione post-terremoto, con i superstiti in attesa di ricominciare!
 
Tanti giornalisti e seri e conoscitori della materia, a più riprese in questi 20-30 anni, hanno calcolato il danno economico, espresso in miliardi di euro, prodotto dalla nostra organizzazione "burocratica" che, ripeto, è determinata da tutte le leggi e leggine, statali e regionali, che asfissiano l'esistenza dei cittadini.
 
Tutti i nostri parlamentari conoscono il problema, eppure nulla cambia. In Italia è addirittura impossibile avere il numero certo di leggi in vigore. Secondo NORMATIVA, piattaforma digitale, che raccoglie le leggi statali e regionali in vigore, le leggi vigenti sono circa 75.000. Il numero non tiene conto delle leggi regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e autorità di cui il nostro Paese è pieno (la stima e' di 150-160mila leggi in vigore!)
La Francia ha 7.000 leggi, la Germania 5.500 circa,la Gran Bretagna poco più' di 3.000. Smaltire l'enorme mole di leggi e provvedimenti, dovrebbe essere la prima  mossa anche per arginare il fenomeno della corruzione. Infatti: meno leggi minore corruzione e una vita più semplice per tutti i comuni cittadini
 
Domenico Perna Ruggiero
Presidente CAL (Comune Autonomia Libertà)
 
 
 
 
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Pubblicato in Politica