Dalla Regione Lazio il via all'iter per la legge sui padri separati

Martedì, 16 Luglio 2019 19:21

Autore: Matteo Fasano

Califano: "La proposta di legge che ho presentato prevede tre tipi di interventi"
 
"Sono davvero felice che nella commissione regionale sanità e politiche sociale inizi la discussione della cosiddetta 'legge sui padri separati' che ho presentato" lo dichiara il consigliere regionale del Pd Lazio, Michela Califano, prima firmataria della legge 'Norme in materia di sostegno ai coniugi separati o divorziati o la cui unione civile è sciolta in stato di disagio economico e abitativo'. 
 
"Una progetto al quale tengo davvero molto - ha evidenziato Califano - perché si occupa di un'emergenza sociale reale e in gran parte sottovalutata, che spesso porta con sé conseguenze economico-sociali tragiche per i coniugi. Una vera e propria nuova forma di povertà".
 
"Ormai è prassi - prosegue Califano - sentir parlare di padri separati o divorziati che si recano alla mensa della Caritas, vivono per strada o in una stanza insieme a studenti universitari. I più fortunati tornano a casa dai propri genitori. Conseguenze queste che spesso coinvolgono anche le donne e sono non di rado accompagnati da gesti estremi".
 
"La proposta di legge che ho presentato prevede tre tipi di interventi - spiega il consigliere regionale del Pd Lazio - il primo riguarda il benessere dei figli. Attraverso l'istituzione di Centri di assistenza e di mediazione familiare verrebbero svolte attività di consulenza psicologica e legale per superare situazioni di fragilità e conflitto familiare, importanti per raggiungere accordi sulle modalità di realizzazione dell'affidamento congiunto. Il secondo intervento è di tipo economico e prevede il rimborso di ticket sanitari e la concessione 'una tantum' di un contributo finanziario che non può superare l'importo massimo di 15mila euro concesso al coniuge di età non inferiore a 50 anni e in condizione di disoccupazione involontaria e obbligato al versamento dell'assegno di mantenimento dei figli e non assegnatario della casa coniugale. Il terzo sostegno è invece di tipo abitativo, diretto al coniuge obbligato al versamento dell'assegno di mantenimento e non assegnatario o comunque privo della disponibilità della casa coniugale in cui risiedono i figli. Questo avviene attraverso la concessione di alloggi a canone agevolato o sostenibile nel comune di residenza dei figli. O ancora con forme di locazione agevolata e temporanea con enti pubblici e privati per un periodo non superiore a trentasei mesi, utilizzando, in via prioritaria, anche immobili confiscati e acquisiti al patrimonio della Regione. O infine attraverso l'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica in via di urgenza".
 
"Tutti gli interventi previsti sono cumulabili con il Reddito di Cittadinanza e con prestazioni di assicurazioni sociali per l'impiego (Naspi) o con altri ammortizzatori sociali di sostegno al reddito" ha concluso Michela Califano.
 
 
 
 
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