Uniti per pretendere ciò che è già nostro, e che ci hanno tolto il "diritto allo studio"

Mercoledì, 09 Novembre 2022 19:14

Autore: Fiumicino-Online

Tutti ci dicono che noi giovani siamo il futuro, ma intanto ci tolgono il presente

In questi giorni, gli studenti che sono stati trasferiti al Baffi si sono mobilitati per far presente i vari disagi legati al problema degli spazi. Aule pericolanti, trasporti assenti, insulti e sputi da parte di altri studenti.
 
Quello che doveva sembrare la soluzione al problema dei turni pomeridiani si è rivelato a sua volta il problema.
 
Come Collettivo siamo solidali alla battaglia degli studenti trasferiti al Baffi, consapevoli che questa non è un’emergenza legata alla singola situazione ma il prodotto un sistema malato da tempo, che strutturalmente genera disagi che ricadono sulle spalle e sulla vita degli studenti.
 
Per 4 anni gli studenti hanno dovuto frequentare una chiesa e una casa come scuola. Per 4 anni hanno tolto a tanti ragazzi il diritto di godersi di tutti i servizi che la nostra scuola offre. Per 4 anni la Città Metropolitana, il Comune e la dirigenza scolastica non hanno fatto niente, portandoci a una situazione assurda di continua precarietà, e quando lo hanno fatto si sono mossi con troppa timidezza, complici di un sistema in cui noi studenti non siamo la priorità.
 
La Preside ha continuato ad accettare nuovi studenti, anche quando l’assenza di aule era reale e sotto gli occhi di tutti. Ha voluto dare precedenza ad un teorico diritto allo studio senza pensare al benessere dei suoi studenti, nella prospettiva di una scuola d’eccellenza che ad oggi eccelle solo nella creazione di problemi e di emergenze.
 
Il Comune non ha spinto costantemente per la risoluzione del problema, le ultime sedute comunali sul tema si sono trasformate in spot elettorali grotteschi e inconcludenti a causa dell’opposizione. I progetti informali di nuovi plessi proposti sono rimasti negli uffici, mentre la Città Metropolitana non ha mai stanziato i fondi adeguati per permetterne la costruzione. L’ennesima riprova che probabilmente la periferia non rientra nei piani di miglioramento verso cui dovrebbe naturalmente tendere. Per 4 anni hanno dato promesse false a centinaia di ragazzi. La cosa peggiore è che ci siamo abituati a questo tipo di sistema. Ci siamo abituati a non avere un’aula magna e a plessi distanti. Ci siamo abituati ad avere aule sovraffollate e non a norma, ad un sistema di trasporto pieno di problemi e mancanze. Ci siamo abituati ad avere laboratori inaccessibili e a non avere una scuola che sia un vero luogo discambio e sviluppo della coscienza critica.
 
Tutti questi sono degli ostacoli al nostro diritto allo studio. Non possiamo accettare che questo dipenda dalla fortuna di capitare in centrale o in succursale, dalla scelta di un indirizzo piuttosto che un altro, di una scuola piuttosto che un'altra, di vivere in una zona di Fiumicino piuttosto che un’altra. Questo non è diritto allo studio. È un privilegio. E finché affrontiamo il problema solo con soluzioni tappabuchi (doppi turni, scuole il sabato, spostamenti di sede, prefabbricati...) resterà così.
 
Accontentarci, nella promessa di un domani migliore che aspettiamo da 4 anni, non ci basta più. I problemi vanno risolti in maniera radicale. Le soluzioni temporanee non ci bastano, per quanto al momento è doveroso trovarne (e urgentemente).
 
Pretendiamo classi nuove, a norma e in grado di accogliere tutti. Pretendiamo che le strutture scolastiche sul territorio siano adeguate al numero degli studenti, e che venga costruita almeno una nuova scuola superiore a Fiumicino: questa è la soluzione unica e definitiva.
 
Tutti ci dicono che noi giovani siamo il futuro, ma intanto ci tolgono il presente.

NOI NON CI STIAMO, SOPPORTARE NON CI BASTA PIÙ. È IL MOMENTO DI CREARE UN FRONTE UNICO FRA TUTTI GLI STUDENTI, PER TUTTI GLI STUDENTI.
 
Studenti delle scienze umane, del linguistico, dello scientifico, del classico, dell’agrario, di finanza e marketing, del turistico, dell’alberghiero, del geometra e di tutti gli altri. Uniti per pretendere ciò che è già nostro, e che ci hanno tolto: IL DIRITTO ALLO STUDIO.
 
Lettera inviata da: collettivo John Belushi del liceo Leonardo Da Vinci
 
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Pubblicato in Lettere