Egregio Direttore, sono residente a Fiumicino dalla nascita e da 18 anni svolgo la mia attività lavorativa come impiegata presso l’ufficio postale di Fiumicino. Le scrivo questa lettera pregandola di farsi portavoce insieme a me di un appello rivolto alla nostra comunità.
Ogni giorno con i miei colleghi vediamo centinaia di persone che si alternano presso i nostri sportelli e a loro è dedicata la nostra attenzione e il nostro lavoro. Inevitabilmente si diventa depositari di informazioni private delle quali custodiamo i segreti per un’etica aziendale ma anche personale. L’eterna diatriba fra utente e impiegato spesso ci ferisce ma allo stesso tempo ci diverte.
Oggi ci troviamo a combattere contro un nemico comune e violento chiamato “Coronavirus” e spero che anche lei concordi con me sul bisogno assoluto di viaggiare tutti sulla stessa lunghezza d’onda, con estrema responsabilità e per il bene comune.
I giorni inevitabilmente passano e fino ad ora poco si è rispettato l’invito a recarsi negli uffici postali solo per operazioni urgenti ed essenziali.
Il bollettino di Frate indovino “non può considerarsi una necessità”. Tra poco ci sarà il pagamento delle pensioni e la cosa ci preoccupa molto, è essenziale infatti evitare la fila di centinaia di persone che di solito si crea in questi giorni particolari e che sono formate soprattutto da chi sembra essere più a rischio in questo momento, i nostri anziani.
Poste Italiane ha predisposto un calendario che anticipando l’erogazione delle spettanze e distribuendo i pagamenti in sei giorni cerca di limitare i flussi, ma sono certa che si possa fare di più.
Di solito si dice non rimandare a domani quello che può essere fatto oggi, mai come ora è invece necessario l’esatto contrario; “rimanda oggi tutto quello che può essere fatto domani”.
Mi auguro profondamente che tutti si possa sentire il bisogno di fare la nostra parte e agli utenti chiedo di muoversi solo laddove sia veramente urgente farlo, mentre per me e per i miei colleghi domani mattina la sveglia suonerà di nuovo presto e puntuali saremo in ufficio per accoglierli tutti, sperando di fare solo operazioni importanti.
Non le nascondo che avrò paura perché il pensiero del contagio per me e per i miei cari mi pietrifica ma lo farò con l’orgoglio di svolgere un lavoro essenziale e sperando di essere in microscopica parte d’aiuto agli altri. Scaccerò la paura pensando ai veri eroi di questa storia che combattono in prima linea, ogni giorno e da ormai troppi giorni. Anche per loro dobbiamo dimostrare tutti di essere responsabili.
Sperando di trovare condivisione di pensiero tra i suoi lettori la ringrazio per l’attenzione e le invio i miei saluti.
Lettera inviata da: Lorella Costa