Vongolare in protesta: bloccato il porto canale di Fiumicino

Giovedì, 02 Ottobre 2014 11:54

Autore: Matteo Fasano

"É un paradosso andare al supermercato, per trovare un prodotto che noi potremmo pescare benissimo"

Si è svolta ieri, mercoledì 1 ottobre, la pacifica protesta dei pescatori, che nella mattinata hanno bloccato il porto canale di Fiumicino. Una cinquantina di pescatori, stufi di vedere stagnare una situazione che porta solo malcontento, hanno protestato schierandosi lungo il canale, nei pressi della passerella pedonale, bloccando il transito delle imbarcazioni.
 
"Siamo qui per chiedere un tavolo che porti alla firma di un’autorizzazione che superi la normativa della Comunità Europea, contenuta nel Regolamento comunitario del Mediterraneo nel settore della pesca (Reg. CE 1967/2006), entrata in vigore nel 2010, che vieta la pesca con le draghe fino a 0,3 miglia dalle coste (circa 500 metri) - ha dichiarato Roberto di Biase - e lo stop dei verbali che continua a penalizzare il settore con multe di migliaia d’euro e il rischio di sequestro dell’imbarcazione. Siamo andati avanti per diversi mesi con la pesca sperimentale, riuscendo a dimostrare che questo settore non può essere penalizzato in questo modo. Qua con noi ci sono anche gli amici di Napoli quest'oggi, questo per far capire che il problema non é solo di Fiumicino, bensì di tutto il tirreno. I pescatori hanno vissuto di deroghe temporanee negli ultimi 4 anni, l’ultima è scaduta ad aprile; queste deroghe dovevano portare ad un decreto legislativo definitivo, che purtroppo fino ad oggi non è arrivato".
 
Presente alla protesta anche Giovanni Conte, presidente del consorzio che riunisce i vongolari del compartimento laziale, che ha voluto sottolineare la differenza di trattamenti che la comunità europea ha attuato nei confronti di Spagna, Francia e Italia. "La burocrazia italiana, dal 2010, anno in cui é stata studiata la legge, e il 2013, anno in cui é stata attuata, non ha saputo imporsi al tavolo della Comunità europea segnalando che in Italia si vive di questa pesca. Francia e Spagna hanno saputo imporsi - ribadisce il Presidente del Consorzio - ed ora si ritrovano a poter pescare. Siamo stati fino ad aprile a dover pescare per raccogliere dati e provare a spiegare a Bruxelles che vogliamo esercitare il nostro lavoro. In tutto il compartimento di Roma, sono 22 le imbarcazioni che pescano vongole, e noi abbiamo ottenuto, fino ad aprile, il permesso di poter far scendere in mare solo 16 vongolare. In un momento storico dove regna la disoccupazione, non si può far perdere ulteriori posti di lavoro a gente che ha voglia di lavorare, e che soprattutto può generare ricchezza. É un paradosso andare al supermercato, e trovare un prodotto che noi potremmo pescare benissimo, con addirittura valori di inquinamento molto minori, con la targhetta di Spagna o Francia. Importiamo dei prodotti più inquinati di quanto lo potrebbero essere i nostri. Noi vogliamo poter lavorare, perché la tradizione peschereccia deve essere tramandata. Il mare non perdona, un mese di lavoro qua é come un anno a terra; per i giovani, poi sarebbe un'esperienza unica, perché quando si scende in mare, bisogna saper ragionare in fretta, e non aver paura di agire".
 
Matteo Cassina
 
 
 
 
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