"Occhi sui bambini" Videocamere nelle aule, giusto o sbagliato?

Venerdì, 02 Marzo 2018 19:54

Autore: Matteo Fasano

Oggi l'incontro tra comitati ed associazioni per dibattere sul tema più discusso degli ultimi giorni

di Erica Fasano
 

Tante le domande dei genitori questa mattina, all'incontro tra comitati ed associazioni, per dibattere sul tema più discusso degli ultimi giorni. "Attivare un sistema di videosorveglianza subito", è questo lo slogan di tante mamme angosciate dagli episodi di violenza, che giusto un anno fa si consumavano tra le aule di un asilo. Episodi del genere non devono ripetersi, è necessario tutelare i bambini e i ragazzi dai possibili sopprusi che si consumano troppo spesso in silenzio, tra le mura di uno dei più importanti luoghi per la crescita formativa, emozionale e relazionale di un giovane individuo.
 
Videocamere nelle aule, è dunque giusto o sbagliato? A far chiarezza interviene Salvatore Italia, esperto di sistemi di sicurezza. "In Italia siamo di fronte ad un ostacolo costituzionale che impedisce tale procedimento - ha detto Salvatore Italia, che spiega - l'Art. 4 Legge 300/70 (Statuto del Lavoratori) per l'appunto, che pone il DIVIETO dell'uso di impianti audiovisivi e di altri apparecchi che abbiano la finalità di controllo a distanza dell'attività lavorativa, ad eccezione dei casi giustificati di sicurezza".

Ma per i tempi che intercorrono tra le segnalazioni e l'intervento delle forze dell'ordine? Anche qui risulta che debba intercorrere un certo tempo e che nel frattempo si debbano consumare violenze reali per risultare reato agli occhi del codice penale. Un sistema certamente funzionale, ma che in parecchi ambiti, tra i quali anche la sicurezza dei più deboli, andrebbe snellito per rendere più fluido il nostro vivere nella società.
 
E se invece le telecamere non fossero la reale soluzione? "Una videosorveglianza continua andrebbe sicuramente a viziare il naturale rapporto tra educatori e alunni - afferma Carlo Lai professore presso la facoltà di Medicina e Psicologia dell'Università degli Studi di Roma 'La Sapienza' - è forse giusto intervenire in casi di emergenza, senza dubbio. Ma nel normale svolgersi scolastico, il dialogo e la fiducia tra le due agenzie educative scuola-famiglia potrebbe essere un'ottima prevenzione per quei casi di born out o di metodi di approccio a danno del bambino da parte di alcuni insegnanti. Entrambe le parti genitori-maestri devono collaborare".
 
"Promuoviamo dei consigli di plesso - ha detto il professore ex preside dell'istituto Baffi, Roberto Tasciotti - diamo supporto agli insegnanti promuovendo corsi di formazione".
 
Conclude poi il dibattito di questa mattina, lo psicologo psicoterapeuta Alessandro Ruta affermando "Ritengo urgente creare incontri reali e continuativi per promuovere il dialogo tra mamme e scuola".
 
Il Comitato Fronte Scuola ed il Comitato a tutela dei più deboli, assieme al Sindaco Esterino Montino, hanno già una data stabilita per il prossimo colloquio, martedì 13 marzo. Ci sarà dunque un altro passo importante per questa battaglia che tra tante parole e polemiche, ha un solo obiettivo: non lasciare che il sacrosanto diritto ad una serena crescita scolastica e psicologica di un minore diventi il solito grido sofferto e lasciato in sospeso in attesa del prossimo caso.
 
 
 
 
 
 
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Pubblicato in Cronaca